Il corpus dell’esposizione – che sta per essere inaugurata il 26 febbraio, presso lo spazio Gino Valle dell’Università Iuav di Venezia –, in realtà, scaturisce da un fattore prettamente privato: il ritrovamento da parte del figlio, in seguito alla scomparsa della madre, avvenuta oltre trent’anni fa, di documenti scritti e fotografici prodotti in vita dal padre. Solo che il genitore in questione non è altri che Gian Luigi Banfi, uno dei quattro soci fondatori dello studio di architettura BBPR, scomparso prematuramente nel 1945 nel campo di concentramento di Gusen, dove fu deportato insieme al collega Lodovico Barbiano di Belgiojoso in seguito alla loro attività antifascista.

BBPR, Palazzo delle Poste all’E42, Roma 1940, fotografia di Gian Luigi Banfi. Fondo Julia e Gian Luigi Banfi, Milano.

E, così, il ritrovamento milanese, oltre a dar luogo a un inestimabile ricordo intimo dei propri genitori, grazie alla sensibilità di Giuliano Banfi che ha donato tutto il materiale alla Soprintendenza, costituisce anche un prezioso documento pubblico, un archivio che ci aiuta a ricostruire un importante “tassello” storico dell’architettura italiana moderna.

Fotografia di Gian Luigi Banfi, Fondo Julia e Gian Luigi Banfi, Milano.

La mostra Comporre, costruire, fotografare. L’architetto Gian Luigi Banfi fotografo razionalista, promossa dal SBD Archivio Progetti dell’Iuav, espone proprio una porzione di quei numerosi provini fotografici e i circa 2.200 negativi ritrovati, preziose immagini scattate tra il 1936 e il 1943, che compongono una parte del “Fondo Julia e Gian Luigi Banfi”.

Gian Luigi Banfi nei BBPR, Camera da letto dell’appartamento di Julia e Gian Luigi Banfi, Milano. Fondo Julia e Gian Luigi Banfi, Milano.

Le fotografie di Banfi sono esattamente come uno se le aspetterebbe, fredde, razionali, essenziali e ben calibrate, ma ciononostante capaci ancora di suscitare tante emozioni e l’ammirazione per un architetto bravo a “comporre” e a comunicare anche attraverso la sua Leica.

BBPR, da sinistra: Enrico Peressutti, Lodovico Belgiojoso, Ernesto Nathan Rogers, Gian Luigi Banfi. Fondo Julia e Gian Luigi Banfi, Milano.

La mostra veneziana è stata organizzata con il patrocinio di ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati), Pietre d’Inciampo e Milano Memoria, e curata da Giuliano Banfi e Serena Maffioletti.