Da tempo seguo il lavoro di Emmanuele Lo Giudice e, in particolare, la sua proposta “Architettura Gassosa” mi ha colpito per il modo in cui ci invita a pensare e fare architettura, aprendo le porte ad un’architettura che fa della condivisione e del dialogo i suoi caratteri fondamentali, creando un sistema di relazione privo di qualsiasi gerarchia e di ordine prestabilito. Nel suo manifesto grafico Architettura Gassosa, per un nuovo realismo critico, Lo Giudice vuole dare una risposta architettonica alle trasformazioni che la società contemporanea sta vivendo in questi ultimi decenni.

Come suggerisce il titolo stesso, quello che ci propone è un’architettura che ricorda le proprietà tipiche di un gas, capace di invadere gli spazi, creando sempre nuove relazioni che si modificano e si adattano al luogo e ai visitatori stessi. Secondo questa proposta l’architettura viene destrutturata e ridotta concettualmente nelle sue parti essenziali che vanno a costituire un sistema dinamico di carattere narrativo, indipendente e “atmosferico”.
D’altronde la nostra società e il suo sistema economico oggi si stanno sviluppando sempre più intorno a reti “gassose” d’interazione, mentre il modello spaziale delle città con le sue architetture risultano ancora imbrigliate a determinate realtà territoriali che stanno perdendo sempre più valore politico e strategico. Quello a cui assistiamo oggi è l’emergere di una mobilità totale che sta prevalendo sulla società stanziale dei luoghi. A una società “gassosa” deve quindi corrispondere “un’architettura gassosa” che sia interattiva e mobile, basata sul dialogo e sullo scambio. L’Architettura Gassosa vuole dare una risposta operativa e teorica a questa condizione attuale.

L’Architettura Gassosa sarà tema di dibattito in programma il 12 marzo a Roma, presso l’Ambasciata Messicana. L’evento vede la partecipazione dello stesso Emmanuele Lo Giudice insieme al docente di filosofia Stefano Oliva, che discuteranno di alcuni aspetti sociologici e filosofici dell’interessante proposta. In video conferenza dal Messico invece ci saranno i contributi di quattro professori dell’università di Xalapa (Veracruz): Ma. Guadalupe Noemí Uehara Guerrero (direttore dell’Università di Architettura di Xalapa, Veracruz), insieme a Maria C. Chong, Eva Acosta Pérez e Alfonso Rodríguez Pulido.

L’Architettura Gassosa è stata presentata per la prima volta ad aprile 2018 in Messico, in un congresso internazionale, e pochi mesi dopo a novembre in Italia con un seminario e un workshop alla 16. Biennale di Architettura di Venezia nel padiglione spagnolo di Axtu Amann.
Per il suo carattere innovativo, questa proposta è stata senza dubbio uno degli eventi più stimolanti (leggi qui il resoconto) presentati dal padiglione spagnolo, coinvolgendo una quindicina di architetti, docenti, intellettuali del mondo culturale italiano e internazionale. In quella occasione ho avuto modo di partecipare personalmente come tutor, entrando nel vivo della teoria, non solo affiancando gli studenti nella progettazione, ma anche assistendo al seminario di 5 giorni che mi ha permesso di comprendere i vari aspetti della proposta di Lo Giudice.
In questi ultimi mesi il dibattito sull’Architettura Gassosa si è spostato da Venezia a Roma con diverse conferenze, prima alla Galleria Sinestetica e poi al Museo Macro.

Nei prossimi mesi sono previsti ulteriori incontri, sia all’Accademia delle Belle arti di Roma, il 12 aprile, sia di nuovo al Museo Macro di Roma, con un seminario internazionale il 28 e il 29 maggio, e con un workshop dal 4 al 9 giugno.