Questo volume, che restituisce la complessità del rapporto di Flora Ruchat-Roncati (1937 – 2012) con l’architettura, ha avuto origine dalla giornata di studi “Flora Ruchat-Roncati, le opere, la ricerca, l’insegnamento”, tenutasi al Politecnico di Milano nel 2013.
Il libro si apre con un ricordo familiare del marito Leo Zanier, poeta e sindacalista.

Ritrato di Flora Ruchat-Roncati e Leo Zanier negli anni ’90. Foto: Danilo De Marco.

Di seguito il primo saggio è di Ilaria Valente che loda della Roncati l’impegno profuso per gli studi sull’infrastrutturazione del paesaggio montano elvetico, con i progetti per la Transjurane e per l’AlpTransit San Gottardo.
Mario Botta rievoca il sodalizio tra lei, Titta Carloni, Aurelio Galfetti e Luigi Snozzi, in occasione del lavoro svolto nella commissione di studio costituita per il progetto del Nuovo Politecnico da costruire a Losanna, che forse indicò il primo manifestarsi di una sorta di “Scuola ticinese”.

Aurelio Galfetti, Flora Ruchat-Roncati, Ivo Trümpy, Centro Scolastico, Riva San Vitale, prospetto meridionale della prima fase, 1961-64. Foto: Alberto Flammer.

Aurelio Galfetti, suo collega di lavoro per dieci anni, dal 1961 al 1970, parla di quattro progetti con lei “irrealizzati” tranne uno: un grattacielo in Brasile, un progetto urbanistico per la valle del Vedeggio, un edificio per uffici nel Pian Scairolo e un ospedale neuropsichiatrico a Mendrisio.
Ivo Trümpy rievoca i progetti condivisi per le scuole di Riva San Vitale, influenzati in particolare dall’osservazione del lavoro di Le Corbusier.

Flora Ruchat-Roncati, Aurelio Galfetti, Ivo Trümpy, Casa Ruchat, Morbio Inferiore, 1966-67. Foto: Alberto Flammer.

Nicola Navone sceglie invece di concentrare l’attenzione su tre opere ritenute esemplari del periodo condiviso dalla Roncati con Galfetti e Trümpy: la Casa dei bambini di Chiasso, la casa per i suoceri di Flora a Morbio Inferiore e il Bagno di Bellinzona.
Lo scritto di Sandra Giraudi raccoglie momenti essenziali della sua ricerca e del suo insegnamento e dà significato ai luoghi dove ella ha vissuto: Riva San Vitale, Roma, Zurigo, la Carnia, il territorio Alpino.
Pascal Sigrist rievoca il lavoro svolto insieme per l’Alptransit San Gottardo, significativamente illustrato in queste pagine.
Infine, Leo Zanier illustra lo Stöckli, la casa costruita insieme, a Riva San Vitale nel 1995.

Flora Ruchat-Roncati, Aurelio Galfetti, Ivo Trümpy, Casa Ruchat, Morbio Inferiore, 1966-67, veduta delle terrazze. Foto Alberto Flammer.

Unitamente a Carmen Andriani (che descrive il rapporto della Roncati con l’Italia, Roma, Taranto, Crotone, Genova, Reggio Calabria), Rosario Pavia (che descrive l’intervento di edilizia popolare a Taranto), Gabriella Raggi (con cui collaborò a interventi romani di edilizia sociale), i curatori del volume sono gli autori dei saggi conclusivi: Carlo Toson, che ha collaborato con lei, presenta quattro progetti condivisi in Friuli; Serena Maffioletti, docente allo Iuav di Venezia, indaga le composizioni da lei immaginate per l’architettura delle infrastrutture della mobilita, nel dialogo con le forme del paesaggio e riflette sugli aspetti umani e professionali di una così autorevole donna progettista; Nicola Navone, docente a Mendrisio, ne traccia la biografia.

Casa per il fine settimana a Brusino, 1958.