Domenica 27 novembre, presso l’Arcobaleno Film Center di Milano, verrà proiettato – nell’ambito di Filmmaker, Festival internazionale di cinema documentario, sperimentale e di ricerca (Milano, 18-27 novembre 2022) – il film documentario Una giornata nell’Archivio Piero Bottoni, scritto, diretto e montato da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, con Giancarlo Consonni e Graziella Tonon.

Il film narra l’opera di Piero Bottoni (1903-1973), figura di spicco della cultura architettonica e urbanistica italiana del Novecento, attraverso il materiale del suo vasto archivio formato da oltre 90.000 unità documentarie, tra cui numerose fotografie e bobine di pellicole in 16 mm e 8mm.
L’Archivio Piero Bottoni è stato fondato nel 1983 ad opera di Giancarlo Consonni, Lodovico Meneghetti e Graziella Tonon, e custodisce, presso l’attuale sede di Campus Bovisa del Politecnico di Milano, circa 20.000 disegni, 25.000 fotografie, 30.000 documenti scritti, 10.000 fra libri, periodici e opuscoli e altro materiale ancora appartenuto al progettista milanese.

Sinossi del film
“In una sala della Cineteca di Milano, Giancarlo Consonni e Graziella Tonon osservano dei vecchi filmati appena digitalizzati: raccontano della vita e dei progetti dell’architetto, urbanista, pittore, fotografo Piero Bottoni. Il film segue la ricerca della coppia tra i materiali conservati sia in cineteca, sia soprattutto presso l’archivio. Raccontano di un artista poliedrico quanto socialmente impegnato, che ha dedicato la sua vita e il suo lavoro all’intento primario di infondere sogno e incanto nella realtà, avvalendosi dell’apporto di tutte le arti. Attraverso la molteplicità dei materiali a nostra disposizione – disegni, film, foto, inchieste, progetti, voci – il film mostra la realizzazione del progetto più ambizioso di Piero Bottoni: la costruzione di una montagna a Milano, il Monte Stella, nato dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale. Perché come scrive Bottoni stesso: ‘Se il Monte Stella è nato, è cresciuto, si è coperto di alberi, di viottoli e di strade, è perché fu un sogno e una poesia e perché io vi ho creduto. Giacché sogno e poesia muovono, malgrado le apparenze, il mondo’.”