Presso la quattrocentesca Casa del Mantegna di Mantova, uno dei capolavori architettonici progettato da Andrea Mantegna secondo i princîpi dell’architettura classica, il 16 maggio è stata aperta al pubblico la mostra Elisa Valero. Luce e materia, dedicata all’opera dell’architetta spagnola Elisa Valero Ramos.
L’esposizione, insieme alla mostra Andrea Mantegna (1431-1506) “pittore mantovano”, inaugurata lo stesso giorno al piano superiore della Casa, fa parte della manifestazione culturale Mantovarchitettura 2023, promossa dal Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano e dalla Cattedra UNESCO in Pianificazione e Tutela Architettonica nelle Città Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Elisa Valero, Scuola materna a El Serrallo, Granada. Foto: Fernando Alda.

Preceduta dalla conferenza Architettura è Luce, tenuta dalla Valero in mattinata presso il Mantova Campus del Polo, la rassegna illustra – attraverso un ricco apparato espositivo, formato da schizzi, disegni, libri, quaderni, fotografie di Fernando Alda – la produzione architettonica della progettista spagnola, che inizia in Messico, con la riabilitazione del ristorante Los Manantiales a Xochimilco, realizzato dall’architetto spagnolo Félix Candela (1910-1997), rifugiato politico nel paese sudamericano.
Oltre a Candela tra le guide spirituali della Valero spesso vengono citati alcuni altri grandi maestri come Alejandro de la Sota e Luis Barragán, oltre che Carlos Martí Arís (1948-2020), professore e teorico di architettura, autore di numerosi libri, tra cui Silenzi eloquenti (Silencios eloquentes, Ediciones Asimétricas, 1984) e Antonio Jiménez Torrecillas (1962-2015), architetto andaluso, professore universitario presso la ETSAG di Granada e visiting professor presso diverse altre sedi, tra cui l’Accademia di Architettura di Mendrisio.

Elisa Valero, 8 case sperimentali a Realejo. Granada. Foto: Fernando Alda.

Infatti, il lavoro progettuale di Elisa Valero – qui esplicitato attraverso 17 sue opere costruite, di cui una, la parrocchia dello Spirito Santo, nei pressi di Granada, in via di ultimazione, più un’esaustiva videointervista di ca. 8 min, a cura di Luca Dal Corso ed Elena Fioretto – verte principalmente attorno al tema della luce naturale, in quanto “senza luce non è possibile fare architettura”, e anche perché, tra l’altro, ci aiuta a plasmare gli “spazi” e dare vita a volumi architettonici disegnati.

Elisa Valero, Ampliamento della scuola Cerrillo de Maracena, Granada. Foto: Fernando Alda.

Attenzione, però: le 17 architetture della Valero presenti in mostra, raggruppate secondo un ordine cronologico-tematico, non sono soltanto l’espressione del suo rapporto con la luce naturale, ma derivano anche da altri fattori, progettuali, sociali, etici e poetici, riassunti con queste parole: “In un momento culturale in cui la densità del rumore è enorme, scommetto su un’architettura che agisce in silenzio, serenamente, senza attirare l’attenzione. Mi interessa l’abitazione, il paesaggio, la precisione, l’economia dei mezzi e delle risorse espressive. Non mi interessano le mode. Mi interessa più la costanza che il genio, la coerenza che la composizione artistica, e intendo l’originalità come la riscoperta del senso genuino delle cose. Mi interessa l’architettura radicata nella terra e nel suo tempo. Accetto i fattori condizionanti dell’architettura come regole di un gioco molto serio e divertente che cerco di praticare con coerenza e rigore. Anche se non è molto di moda parlare di servizio, capisco che il lavoro dell’architetto sia per eccellenza un servizio per rendere più piacevole la vita delle persone. Una professione nobile che cerca di rendere il mondo più bello, più umano, una società più giusta. L’architettura non è un lavoro per nostalgici ma per ribelli”.

Elisa Valero, Studio in via Belén 17, Granada. Foto: Fernando Alda.

La serietà e la coerenza progettuale che contraddistinguono le opere presentate dall’architetta spagnola fanno della mostra mantovana, ideata e organizzata dal Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, un piccolo gioello espositivo (gratuito) nel vasto panorama nazionale dedicato all’architettura. Inoltre, la qualità degli apparati iconografici e degli allestimenti, sobri ed essenziali, che attraversano le pregiate Stanze della Casa del Mantegna, meritano sicuramente di una nostra visita.

Fotogramma della videointervista presente alla mostra.