Il 2 febbraio la Commissione Europea e la Fundació Mies van der Rohe hanno reso pubblico l’elenco di 449 opere di architettura (completate tra ottobre 2018 e ottobre 2020) selezionate per concorrere all’edizione 2022 dell’European Union Prize for Contemporary Architecture – Mies van der Rohe Award.

Azienda Agricola Contrada Bricconi, Oltressenda Alta, Parco delle Orobie Bergamasche, di LabF3. Photo ©Lab F3.
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L’EU Mies Award viene assegnato ogni due anni ai progetti completati nei due anni precedenti, tuttavia, a seguito dell’eccezionale situazione pandemica mondiale che ha caratterizzato l’anno 2021, è stato modificato il calendario dell’ultima edizione del Premio ampliando di circa 6 mesi il tempo a disposizione dei partecipanti.
Perciò, nel settembre del 2021, alle 449 opere selezionate – nominate dal Comitato consultivo del Premio, da un centinaio di esperti indipendenti e dalle associazioni nazionali di architettura – saranno affiancate altre opere di architettura costruite tra novembre 2020 e aprile 2021.

Casa di confine / Border Crossing House, Polverigi, di Simone Subissati Architects. Photo ©Alessandro Magi Galluzzi.
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Le 449 opere partecipanti all’edizione 2022 dell’EU Mies Award sono state realizzate in 279 città di 41 paesi distinti. Tra di esse figurano anche 18 progetti costruiti in Italia e 3 all’estero (Belgio, Macedonia del Nord, Ungheria) da parte di studi di progettazione italiani.

Complesso residenziale a Gallarate, di Álvaro Siza e COR arquitectos. Photo ©Francesca Ióvene.
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L’elenco delle 18 opere realizzate in Italia (di cui 5 presenti sulle pagine di weArch):

Azienda Agricola Contrada Bricconi, Oltressenda Alta, Parco delle Orobie Bergamasche, di LabF3

– Casa-Asilo, Catania, di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo

Casa di confine / Border Crossing House, Polverigi, di Simone Subissati Architects

– Casa Farace, Agrigento, di Lillo Giglia

– Case e maneggio / Houses and Riding Centre, Marciaga, di Studio Albori

– Cinturato building, Pirelli Learning Centre, Milano, di Onsitestudio

– Complesso residenziale a Gallarate, di Álvaro Siza e COR arquitectos

Complesso residenziale Viale Giulini, Barletta, di Alvisi Kirimoto, EdilBari srl

– Houses of Cards, Torrazza Piemonte, di Elastico Farm

Complesso residenziale Viale Giulini, Barletta, di Alvisi Kirimoto, EdilBari srl. Photo ©Marco Cappelletti.
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– NVL Laboratori e Centro socioeducativo, Erba, di ifdesign

– Piazza del cinema al Lido di Venezia, di C+S Architects

– Principe Amedeo 5, Milano, di Vittorio Grassi Architetto & Partners

Sala polivalente / Centro Congressi “Palaluxottica”, Agordo, di Studio Bressan, Studio Botter

– Scuola Enrico Fermi, Torino, di BDR bureau

– Simbiosi, Borgo Valsugana, di Edoardo Tresoldi

– The Corner, Milano, di Atelier(s) Alfonso Femia

TreeHugger – Ufficio di informazioni turistiche, Bressanone, di MoDusArchitects

– über bozen hotel belvedere, Jenesien, di bergmeisterwolf.

Sala polivalente / Centro Congressi “Palaluxottica”, Agordo, di Studio Bressan, Studio Botter. Photo ©Emanuele Bressan.
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Invece, le 3 opere costruite all’estero sono:

– Face, Pool, Two Towers and Ruin, Veszprém, Ungheria, di Supervoid, Maio, Paradigma Ariadné, Point Supreme ed Edward Crooks Studio

– Villa E, Skopje, Macedonia del Nord, di Studio Apetit

Z33 House for Contemporary Art, Design and Architecture, Hasselt, Limburg, Belgio, di Francesca Torzo.

Scuola Enrico Fermi, Torino, di BDR bureau. Photo ©Simone Bossi.
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Analizzando in dettaglio tutte le opere selezionate, è possibile fare già alcune prime osservazioni.

1. Per esempio, il fatto che per la prima volta, dal 2003, le singole case (18,10%) sono diventate il gruppo di opere più numeroso, seguito dagli alloggi collettivi (14,87%) e dalle strutture scolastiche (14,01%), superando gli edifici con programmi culturali specifici, come musei, teatri, gallerie e centri congressi (11,64%). Questo importante cambiamento di tendenza trova riscontro nel fatto che gli edifici destinati alle strutture culturali sono diminuiti del 6%, mentre le case singole sono aumentate della stessa percentuale.

2. Un altro dato che ci colpisce è che da ormai molto tempo, gli esempi più importanti di architettura abitativa collettiva sono realizzati grazie ai finanziamenti pubblici, mentre, invece, in quest’ultima edizione del Premio il 75% dei progetti di alloggi collettivi risulta finanziato da operatori privati.

3. Un quarto del numero totale delle opere ha a che fare con la rigenerazione, intesa nel suo senso più ampio, che include trasformazioni, restauri, riabilitazioni, estensioni, riutilizzi. Questa tendenza è particolarmente diffusa in Irlanda (62%), in Belgio, dove la metà dei lavori affronta la trasformazione del patrimonio edilizio esistente, in Repubblica Ceca e in Danimarca, dove 5 delle 7 opere di Copenhagen sono risultati di operazioni di trasformazioni.

TreeHugger – Ufficio di informazioni turistiche, Bressanone, di MoDusArchitects. Photo ©Oskar Da Riz.
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4. Si registra un aumento di opere transnazionali (10%), in cui gli architetti di un Paese hanno costruito in un altro e/o le realizzazioni sono collaborazioni tra studi di architettura di nazioni diverse. Sono gli architetti dei Paesi Bassi che hanno costruito maggiormente al di fuori dei propri confini (8 opere), seguono la Francia e la Danimarca con 5 opere. Invece, le nazioni in cui hanno lavorato di più gli studi di architettura esteri risultano essere il Belgio (7 opere), la Francia e la Germania (6 opere); si tratta, spesso, di realizzazioni frutto di concorsi di progettazione di diverso tipo (internazionali, europei, pubblici, privati, ad invito).

5. Il 46% delle opere costruite è stato realizzato in centri urbani con una popolazione compresa tra 100.000 e 3 milioni di abitanti, il 37% di esse si trova in città con una popolazione compresa tra 1.000 e 100.000 abitanti, il 12% delle opere è stato costruito in grandi aree metropolitane con più di 3 milioni di abitanti e il 4% in villaggi con meno di 1.000 abitanti.

6. La Spagna e la Francia sono i Paesi con più opere selezionate: rispettivamente, 31 + 3 e 29 + 5, tra realizzazioni entro i propri confini e all’estero, per mano dei rispettivi architetti; segue la Germania (25 + 1), mentre l’Italia condivide la solida quarta posizione, a pari merito insieme a Belgio, Portogallo, Regno Unito e Paesi Bassi (21 opere complessive).

Z33 House for Contemporary Art, Design and Architecture, Hasselt, Limburg, Belgio, di Francesca Torzo. Photo ©Gion Balthasar Von Albertini.
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Infine, i vincitori saranno annunciati nel mese di aprile 2022, mentre il mese successivo, a Barcellona, durante l’ormai consueto EU Mies Award Day, verranno conferiti i premi, saranno inaugurate conferenze e dibattiti, verrà presentata la pubblicazione e inaugurata la mostra itinerante.