Sta per essere inaugurata, presso gli spazi della Galerija Dessa di Lubiana, un’esposizione dedicata all’opera dell’architetto Aleksandar Stjepanović (1931). Intitolata Arhitektura Aleksandra Stjepanovića. Funkcionalnost, prilagodljivost, modularnost, tipiziranost, montažnost (Architettura di Aleksandar Stjepanović. Funzionale, Regolabile, Modulare, Standardizzata, Prefabbricata), la mostra slovena illustra la vasta produzione di uno degli esponenti più autorevoli dell’architettura realizzata nello stato di Jugoslavia durante i periodi della ricostruzione postbellica e la successiva modernizzazione.

Aleksandar Stjepanović, Božidar Janković, Mihailo Naslas, Building for theatre, radio and television, Faculty of Dramatic Arts in campus of University of Arts, New Belgrade, 1964-68. Photo: Relja Ivanić.
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Si tratta oramai di un tipo di architettura “storica” ben individuabile, espressione di una società e di un sistema sociale scomparsi, che ha raggiunto la sua massima visibilità alla fine del 2018 con la retrospettiva Toward a Concrete Utopia: Architecture in Yugoslavia, 1948–1980, svoltasi presso il prestigioso MoMA di New York.

Aleksandar Stjepanović, Božidar Janković, Mihailo Naslas, Building for theatre, radio and television, Faculty of Dramatic Arts in campus of University of Arts, New Belgrade, 1964-68. Photo: Relja Ivanić.
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L’opera progettuale di Stjepanović comprende oltre un’ottantina di progetti, di cui più di un terzo costruiti, tra cui risaltano per notevoli qualità architettoniche: i blocchi residenziali 22 e 23, con strutture annesse, a Nuova Belgrado (con B. Janković e B. Karadžić, 1968-77); l’edificio della Facoltà di Arte Drammatica a Nuova Belgrado (1975); l’insediamento residenziale Banjica, Belgrado (con S. Drinjaković e B. Karadžić, 1972-78); l’edificio della Facoltà di Filosofia a Novi Sad (con Lj. Jovanović-Anđelković e B. Janković, 1973-80); gli edifici residenziali belgradesi situati nelle vie Krušedolska (con M. Živadinović e B. Janković, 1959), Trnska (con M. Živadinović e B. Janković, 1959), Stojan Protić (con B. Janković, 1964-65), Rakovica (1969-70); l’ampliamento della Facoltà di Economia a Belgrado (con M. Kronja, 1977-80).

Aleksandar Stjepanović, Božidar Janković, Branislav Karadžić, Blocks 22 and 23 in Central zone of New Belgrade, 1969-78. Photo: Relja Ivanić.
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Le sue architetture realizzate, progettate spesso in team con altri architetti, si distinguono, (come preannuncia il sottotitolo dell’esposizione) per una loro attenzione rispetto ad alcuni aspetti “tecnici” della progettazione, quali la funzionalità, l’adattabilità, la modularità, la standardizzazione, il montaggio… In realtà, analizzando meglio le opere esposte in mostra quello che suscita il nostro maggior interesse e ammirazione è la grande qualità di alcuni spazi interni pubblici ricreati, ricchi di “vita” e pathos, derivati, innanzitutto, dal sapiente utilizzo di diversi materiali, un’illuminazione spesso coinvolgente e da sezioni altimetriche partecipative.

Aleksandar Stjepanović, Božidar Janković, Ljiljana Jovanović Anđelković, Projektni biro “Komfor”, Faculty of Philosophy in Novi Sad, 1972-80. Photo: Relja Ivanić.
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