Se in prima impressione il libro sembra basarsi su una storia talmente semplice, da risultare letterariamente banale, poi nell’insieme il volumetto, che si legge comunque con piacere, rivela di avere più di una nobile intenzione.
Il racconto ha per protagonista un geometra, caposquadra del cantiere del ponte, che ripetutamente offre al lettore aspetti e obiettivi del progetto costruttivo; ma anche nozioni storiche, geografiche e letterarie; usanze di vita e modi di esprimersi dell’ambiente genovese, con citazioni del teatro di Gilberto Govi e con uno zibaldone finale, composto da 182 termini tecnici e dialettali; divulgando così espressioni e costumi di grande originalità della regione Liguria.

Foto: ©Shunji Ishida / courtesy Renzo Piano Building Workshop.

Lo scritto in più punti, nel dispiegarsi delle giornate lavorative del protagonista, con chiarezza e semplicità descrive tecnicamente e dettagliatamente a ogni tipo di lettore le caratteristiche del nuovo ponte e celebra la laboriosità degli operatori e del progettista Renzo Piano.
Testimonia l’attaccamento alla propria terra da parte di un membro di una famiglia – quella del famoso Renzo Piano, di cui Carlo è figlio, che si rapporta professionalmente a un contesto internazionale, con opere realizzate in ogni continente – per descrivere con una prosa semplice la sostanza tecnologica di un’impresa costruttiva che merita di essere conosciuta anche da chi non è “addetto ai lavori”.

Planimetria ©RPBW / courtesy Renzo Piano Building Workshop.

Il protagonista di questo racconto non è dunque né il geometra né il ponte, ma il figlio, dell’“archistar” che ha progettato il ponte, che si cala nei panni di un geometra di cantiere.
Carlo Piano dimostra con questo suo scritto di essere non un “figlio di papà”, che da giornalista non ha voluto seguirne le orme professionali; ma la validità dell’educazione evidentemente da lui ricevuta.
Si rivela suo valido fiancheggiatore (ultimamente ha anche curato due libri dedicati alle periferie del Giambellino a Milano e a Marghera [qui], ove ha operato una squadra di giovani architetti guidati dal Senatore Piano) e non soltanto un membro dello studio, ma un autore che si esprime con uno stile letterario personale, che si discosta da quello tecnico, dallo stile specifico della comunicazione e che testimonia così con sincera spontaneità la sua ammirazione per l’architettura e per il suo progettista.

Foto: ©Shunji Ishida / courtesy Renzo Piano Building Workshop.