Si inaugura il 10 ottobre, a Roma, l’esposizione La macchina delle meraviglie, l’arte del disegno nell’opera di Alberto Sartoris, dedicata ai disegni di architettura realizzati nel corso della lunga carriera professionale dall’architetto italiano, formatosi a Ginevra, presso la Scuola di Belle Arti.

Alberto Sartoris, Progetto d’allestimento noto come “interno metafisico”, 1931. Serigrafia, 1993. ©Archives de la construction moderne – EPFL, Fondo Alberto Sartoris.

La mostra presenta un’ampia antologia di disegni di Sartoris – 116 opere (disegni eseguiti con differenti tecniche e serigrafie) raggruppate in 90 quadri – custoditi presso gli Archives de la construction moderne dell’EPFL, École Polytechnique Fédérale de Lausanne (Scuola politecnica federale di Losanna) e fa parte del ricco programma della prima SPAM – Settimana del Progetto di Architettura nel Mondo, promossa dall’Ordine degli Architetti di Roma.

Alberto Sartoris, Progetto di edifici industriali, 1920, 1925-27. Prospettiva. ©Archives de la construction moderne – EPFL, Fondo Alberto Sartoris.

Alberto Sartoris, Progetto della chiesa di Notre-Dame du Phare, 1931. Assonometria. ©Archives de la construction moderne – EPFL, Fondo Alberto Sartoris.

Alberto Sartoris (1901–1998) frequenta le avanguardie artistiche, partecipa alla fondazione dei CIAM (Congrès Internationaux d’Architecture Moderne) ed è autore del volume Elementi dell’Architettura Razionale; nello stesso tempo, è un bravo e infaticabile disegnatore. Per lui il disegno d’architettura rappresenta un’opera d’arte autonoma, la manifestazione di un’idea che, appunto, attraverso il disegno, prende forma e si “concretizza”, delle vere e proprie “concezioni grafiche destinate a produrre invenzioni architettoniche”.

Alberto Sartoris, Progetto di edificio per “centrali editoriali, 1920, 1927. Prospettiva. ©Archives de la construction moderne – EPFL, Fondo Alberto Sartoris.

Alberto Sartoris, Composizione astratta, 1927. Serigrafia, 1984 ©Archives de la construction moderne – EPFL, Fondo Alberto Sartoris.

La mostra di Roma è curata da Salvatore Aprea, direttore di Archives de la construction moderne – EPFL.