L’architetto ingegnere Gianluigi Gho’ (1915-1998), detto Gigi, intraprende l’attività professionale presso lo studio di Gio Ponti a Milano, per poi, verso la fine degli anni Quaranta, mettersi in proprio rimanendo comunque legato al maestro per tutta la vita.

Immagine: ©Archivio Gigi Gho’.

Questo rapporto di amicizia, e di reciproca stima professionale, tra il giovane allievo e uno dei più grandi maestri dell’architettura italiana del Novecento, è stato documentato recentemente attraverso una preziosa pubblicazione, una selezione del numeroso materiale custodito presso l’Archivio Gigi Gho’.

Immagine: ©Archivio Gigi Gho’.

In oltre 40 pagine vi spiccano alcune bellissime “lettere artistiche” disegnate a mano da Ponti, esempi del suo grande senso estetico e di bravura calligrafica, ma anche altri documenti unici che testimoniano la corrispondenza tra i due architetti.

Immagine: ©Archivio Gigi Gho’.

Dato l’imminente esaurimento delle copie cartacee del volume stampato, l’Archivio – promosso da Cesare Gho’ assieme al figlio Andrea – ha deciso di pubblicare “questo piccolo grande libro” sul proprio sito web, lasciandolo scaricare (o soltanto consultare) liberamente in formato digitale (qui).

Immagine: ©Archivio Gigi Gho’.

La figura di Gigi Gho’ fa parte di quel cosiddetto professionismo colto che, durante gli anni della ricostruzione postbellica e del successivo boom economico, ha operato a Milano contribuendo con le sue numerose realizzazioni a consolidare una certa immagine moderna della città. La sua vasta produzione progettuale include molti edifici residenziali e terziari, alcuni importanti stabilimenti produttivi e altre opere ancora, ed è custodita presso l’Archivio Gigi Gho’ Ingegnere Architetto.

Immagine: ©Archivio Gigi Gho’.

weArch ha pubblicato finora un articolo generale sull’Archivio e sulle opere di Gho’ ivi custodite, un altro sul chalet di Planpincieux, la casa di vacanze nei pressi di Courmayeur, e, infine, un terzo sulla recente messa in produzione di Gho, una moderna poltroncina progettata negli anni Cinquanta.

Immagine: ©Archivio Gigi Gho’.