Il 28 maggio 2010 inaugurava a Roma un museo che per architettura e mission culturale ha cambiato per sempre la nostra idea di contemporaneo. Le sfide che lo aspettano sono ancora tante: noi, naturalmente, gli auguriamo tutto il meglio.
È un museo in piena adolescenza, il MAXXI, che proprio pochi giorni fa – il 30 maggio, precisamente – ha infatti festeggiato il suo quindicesimo compleanno di attività, con un palinsesto di eventi gratuiti – 10 progetti tra mostre, focus e installazioni – che hanno raccolto oltre 10mila presenze, riempiendo fino a tarda sera museo e piazza antistante con visitatori di ogni età.
Festeggiamenti in occasione dei 15 anni di MAXXI, 30 maggio 2025. Foto: Giovanna Onofri.
Una festa grande insomma, come fu quella dell’apertura. Del resto lo sappiamo, il tempo vola: sembra ieri quando Madame Hadid (1950-2016) – risultata vincitrice tra le 273 candidature arrivate al concorso internazionale bandito dall’allora MiBACT – dopo una lunga fase di cantiere inaugurava quello che lei stessa definì “un campo di sperimentazione”, un museo nazionale, il primo mai fatto in Italia, esplicitamente votato al contemporaneo e alle arti del XXI secolo. A proposito, a rendere ancora più prezioso questo anniversario, oggi, si aggiunge il raggiungimento di un traguardo importante: il MAXXI è infatti ufficialmente diventato Monumento Nazionale, entrando a pieno titolo nel patrimonio culturale italiano, con una tutela specifica volta a garantirne la conservazione e la valorizzazione nel tempo.
Festeggiamenti in occasione dei 15 anni di MAXXI, 30 maggio 2025. Foto: Giovanna Onofri.
Meno male, dato che si tratta di un museo dotato, come la progettista che l’ha immaginato, di una spiccata personalità architettonica, caratterizzato da una spazialità muscolare, complessa, spigolosa e fluida, aperta e chiusa insieme. Insomma, inaspettata: una trama spaziale e funzionale articolata per layers, che i visitatori possono percorrere seguendo percorsi sempre diversi, attraverso gallerie continue che si inseguono su più livelli, un piranesiano gioco di corpi scala neri e una scenografica sala a sbalzo, che con la sua vetrata riflette il cielo al variare delle ore e lo spazio urbano circostante, con cui sembra voler giocare.
“Il MAXXI” raccontarono al tempo Hadid e Schumacher “supera la nozione di museo come ‘oggetto’ presentando piuttosto un campo di edifici accessibili a tutti, senza confini precisi tra ciò che è ‘dentro’ e ciò che è ‘fuori’. Al centro di questa nuova realtà ci sono linee confluenti, pareti che si intersecano e si separano per creare spazi interni ed esterni (…) un edificio che punta a intensificare la differenziazione e la coesione interne e a potenziare le continuità esterne con il contesto urbano esistente”.
Di certo, un museo diverso da tutto quello che avevamo visto a Roma fino a quel momento. Incastonato come un diamante grezzo di cemento nel novecentesco quartiere Flaminio, lungo via Guido Reni, su un’asse ideale che ha nell’architettura il suo filo conduttore: dall’Auditorium di Piano (e il prospiciente Villaggio Olimpico), passando per il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio di Nervi (che da quanto pare sarà presto riqualificato), realizzati in occasione delle Olimpiadi del 1960, attraversando il ponte della Musica di Buro Happold fino a giungere al complesso del Foro italico di Moretti e Del Debbio.
Festeggiamenti in occasione dei 15 anni di MAXXI, 30 maggio 2025. Foto: Giovanna Onofri.
Le 5 mostre in corso: una veloce panoramica
Nacho Carbonell. Memory, in practice
a cura di Martina Muzi
Progetto con cui prende il via la prima edizione di ENTRATE – il nuovo programma pluriennale del MAXXI dedicato al design, che vede protagonista la hall del museo (fino al 7 gennaio 2026). Memory è un’istallazione-albero di 7 metri le cui chiome realizzate con reti da pesca trasformano lo spazio in un ambiente immersivo da esplorare.
Allestimento di Nacho Carbonell. Memory, in practice al MAXXI. Foto: Pasqualini, Fucilla / MUSA.
Stadi. Architettura e mito
a cura di Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri
Nella galleria KME, fino al 26 ottobre, è visitabile la grande mostra curata dal Dipartimento Architettura, che racconta i templi dello sport, luoghi simbolo di passioni ed emozioni, non solo come grandi opere ingegneristiche e architettoniche ma come strutture complesse intrise di molteplici significati (con tantissimi modelli e disegni originali!).
Archea Associati, Dacia Arena, Udine 2016. Courtesy Archea Associati, foto Pietro Savorelli e Associati.
Douglas Gordon. Pretty much every film and video work from about 1992 until now’ish…
Visione enciclopedica dell’intera opera filmica dell’artista scozzese Douglas Gordon, tra i più influenti protagonisti della scena dell’arte contemporanea (galleria 5, fino al 23 novembre).
Douglas Gordon. ©Studio lost but found / VG Bild-Kunst, Bonn, Germany / SIAE 2025. Foto: Lucy Dawkins, Courtesy Gagosian.
Stop Drawing. Architettura oltre il disegno
a cura di Pippo Ciorra
Lunga panoramica che indaga i mutamenti dell’architettura attraverso lo strumento del disegno e la sua progressiva evoluzione (galleria 3, fino al 21 settembre). Qui, su weArch.
Hans Hollein, Collage for Bau, issue 5/6/1965, Collage ©Private Archive Hollein.
Something in the Water
a cura di Oscar Tuazon, curatrice associata Elena Motisi
Mostra collettiva in cui l’acqua diventa il veicolo di connessione tra artisti di diversa generazione e provenienza, tra i quali lo stesso Oscar Tuazon, Lita Albuquerque, Saif Azzuz, Matthew Barney, Christo, Abraham Cruzvillegas e molti altri (galleria 2, fino al 17 agosto).
Allestimento di Something in the Water. Foto: ©Luis Do Rosario, courtesy Fondazione MAXXI.
Oltre a queste cinque proposte, il MAXXI propone anche: nella galleria 4, fino al 25 ottobre 2026, il riallestimento della Collezione del Museo dal titolo The Large Glass, a cura di Alex Da Corte; Mediterranea. Visioni di un mare antico e complesso, a cura di Viviana Panaccia, viaggio nella storia, nella bellezza e nelle contraddizioni del Mediterraneo attraverso installazioni immersive e immagini satellitari inedite, con prestiti provenienti da importanti istituzioni museali (extra MAXXI, fino al 31 agosto). Infine, due approfondimenti realizzati a partire dagli archivi del museo: In viaggio per l’arte. La Galleria Pieroni 1975-1992, a cura di Stefano Chiodi, un omaggio alla Galleria Pieroni, punto di riferimento dell’arte italiana tra gli anni Settanta e Novanta, con le due storiche sedi di Pescara e Roma (foyer Carlo Scarpa, fino al 31 agosto), e Il Foro Italico di Enrico Del Debbio, un focus, a cura di Ariane Varela Braga e Carla Zhara Buda, prodotto in collaborazione con l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici sull’opera di Del Debbio e sul suo più grande progetto, che lo impegnò per oltre 40 anni: il monumentale complesso del Foro Italico (centro archivi architettura, fino al 31 agosto).
Stadio dei Marmi e Accademia di Educazione fisica.