Vi presento alcuni oggetti di design, installazioni, spazi espositivi, che mi hanno particolarmente colpita durante la visita all’ultima Milano Design Week 2022. Si tratta di aspetti che per diverse ragioni – la bravura dei designer, la qualità dei materiali, l’originalità, le emozioni che mi hanno saputo trasmettere – hanno suscitato la mia attenzione e, poi, anche l’ammirazione, in mezzo a un mare di proposte, più o meno di qualità, che ogni anno fanno diventare la città di Milano il centro mondiale del design e della creatività.

Foto: Paola Froncillo.

MARRAS

La creatività di Marras non ha confini definiti: spazia dal fashion design alla scultura, all’arte povera e alla terracotta; il suo mondo creativo molto particolare sfiora i movimenti artistici del fine Ottocento-inizio Novecento, riportando in mente le sculture di Medardo Rosso e altri scultori dello spazio continuo-infinito. Il suo quartier generale di via Cola di Rienzo è un insieme di grandi open space lasciati volutamente allo stato originale, preceduti da un grande giardino che ci avvolge in una sequenza di terrazzamenti attraverso i quali si entra nel mondo onirico e creativo di Antonio Marras. Sicuramente quest’ultima sua esperienza è stata contraddistinta da un grande connubio tra arte, moda e ricerca dei tessuti contemporanei.

Video: Paola Froncillo.

PRECIOSA

L’azienda ceca Preciosa Lighting ha presentato un’interessantissima performance artistico-musicale con l’ausilio dei visitatori. Essi potevano suonare alcuni vetri cilindrici, che, come se fossero parti di uno xilofono, formavano un grande lampadario che si colorava a intermittenza, oltre che metteva insieme il gioco di luci, vetro e suoni. L’esperienza percettivo sensoriale che si compie suonando questa Lampada assomiglia ad un gioco: si entra in una vasta stanza buia dove si accende l’alternanza dei colori delle luci a LED, che si riflettono sui vetri della grande composizione. Sotto questa grande lampada a sospensione i visitatori possono toccare e suonare i vari cilindri di vetro. Tutto ciò rende questa esperienza un po’ magica: colori, luce e suono producono armonia musicale e ci ricordano che una lampada è molto di più di un oggetto funzionale.

Movie directed by Yu Yamanaka.

KOYORI

Tra le più interessanti esposizioni tenutesi presso la Triennale, segnalo quella del brand giapponese Koyori, che esponeva la loro ultima collezione costruita attraverso l’assemblaggio di fogli di multistrato di legno, a volte tinteggiato con colori molto legati alle colorazioni presenti in natura. L’altra particolarità stimolante è che riproponevano anche tipologie di sedute disegnate da alcuni esponenti del Movimento moderno, rivedute e realizzate attraverso, appunto, l’utilizzo del legno. I designer Ronan e Erwan Bouroullec hanno realizzato per il brand sedie molto affascinanti in cui hanno saputo unire alla sensualità di curve di origini brasiliane una costruzione in legno di derivazione giapponese.

Foto: Paola Froncillo.

STUDIO BYCOLOR

Da Rossana Orlandi – negli spazi di via Matteo Bandello, molto, molto ampi e collegati da giardini interni – è stato assai interessante osservare le sperimentazioni di designer e creativi di tutto il mondo, tra cui quelli di Kaori Akiyama, designer giapponese a capo dello STUDIO BYCOLOR, che lavora sui materiali dei tavoli di lamiera, materiali e colori, che possono essere assembrati tra di loro e generare forme vegetali e quindi ecco i paraventi-lampade e altri elementi per arredare con molta delicatezza gli ambienti esistenti. Gli spazi ottocenteschi dello showroom di via Bandello sono stati decorati da “piogge” di foglie e da alberi nascosti negli angoli delle stanze, che avvolgevano il visitatore in un’esperienza cine-estetico-cromatica molto stimolante.

Foto: Paola Froncillo.

DRAGA & AUREL

Lo studio Draga & Aurel presentava una molteplicità di colori e ambientazioni che ricordavano il design degli anni Sessanta e Settanta – come per esempio Verner Panton e le sue improbabili colorazioni optical – usando materiali come resina e metallo, cemento e tessuti ecologici, per realizzare tavoli, lampade e letti molto attraenti e, soprattutto, confortevoli.

Foto: Paola Froncillo.

AMAZON / AHEC / APEX BRASIL

Nel cortile dell’Università degli Studi di Milano e nei suoi bellissimi spazi interni mi hanno colpito diverse meravigliose installazioni e performance, tra cui segnalerei sicuramente quella progettata dallo studio Lissoni Associati per l’azienda Amazon, che, secondo me, è anche quella che ha avuto più successo presso il pubblico dei visitatori.

AMAZON     The A-maze Garden è un labirinto artistico curato dal partner e senior designer Francesco Canesi Lissoni, che proponeva un insieme di spazi delimitati da specchi curvi, di diverse altezze, nei quali i visitatori potevano, come in un grande parco giochi, vedere le proprie immagini, deformate dagli specchi, unite a una selezione di arredi e accessori per la casa disponibili sul portale dell’azienda americana. L’intera composizione si ispirava alle celebri scomposizioni pittoriche di Piet Mondrian aventi come soggetto gli alberi.

Foto: Petr Krejci.

AHEC     L’altra installazione-esibizione molto interessante, anche se per certi versi più tradizionale, è stata la PERPETUUM MOBILE – The Dancing Furniture of Enric Miralles & Benedetta Tagliabue’s home, che presentava nove mobili e oggetti degli anni Novanta progettati da Miralles e Tagliabue per la loro casa a Barcellona, ricostruiti per l’occasione dall’associazione American Hardwood Export Council – AHEC.
Vi si potevano ammirare esempi di mobili in massello di legno e di alcuni enormi tavoli di lavoro, che, attraverso particolari rotazioni e movimenti, potevano ingrandirsi o rimpicciolirsi, diventare librerie e, comunque, elementi caratterizzanti dello spazio domestico.

Photo Courtesy of ApexBrasil.

APEXBRASIL     Infine, la mostra Poesia do Cotidiano, promossa da ApexBrasil, ha illustrato i 200 anni di tradizione del design brasiliano attraverso 50 oggetti e arredi realizzati da alcuni tra imigliori designer del Paese sudamericano. Gli oggetti esposti si contraddistinguevano essenzialmente per le loro linee essenziali, l’utilizzo di legno autoctono e una linearità sinuosa molto organica, elaborando soluzioni di design in cui il tema del comfort è prioritario.

Video Courtesy of Sé Chic.

SÉ CHIC

Sé Chic è un’azienda inglese che riunisce alcuni designer che progettano elementi di arredo diversi tra loro. Ini Archibong disegna il vetro: lavora scolpendo e realizzando anche delle tipologie di sculture per l’ambiente interno, facendole, poi, realizzare dai maestri vetrai di Murano. Invece, Nika Zupanc è una sofà designer: le dimensioni del sofà erano molto confortevoli (l’ho testato personalmente e, quindi, lo dico con “certezza di prova”), il disegno, forse, un po’ troppo tradizionale, mentre il suo notevole sviluppo curvilineo definiva la sua attualità.