Alla Fondazione Prada di Milano, la mostra Typologien: Photography in 20th-Century Germany offre una ricognizione ampia e articolata della fotografia tedesca del Novecento. Curato da Susanne Pfeffer, direttrice del Museum MMK für Moderne Kunst di Francoforte, il progetto occupa il Podium – gli spazi espositivi centrali del complesso progettato da OMA – e presenta oltre seicento immagini realizzate da venticinque fotografi e fotografe tra il 1906 e l’inizio degli anni Duemila.
Organizzata secondo un criterio tipologico e non cronologico, la mostra accosta sguardi e generazioni diverse, facendo emergere connessioni inattese attraverso forme, soggetti e intenzioni condivise.

Heinrich Riebesehl, Menschen Im Fahrstuhl (People in the Elevator), 20.11.1969, Kicken Berlin ©Heinrich Riebesehl, by SIAE 2025.

L’idea di tipologia – nata tra XVII e XVIII secolo nella botanica per classificare le piante – diventa, nella storia della fotografia tedesca, un metodo per rilevare analogie e divergenze tra soggetti solo apparentemente distanti.
In mostra pareti sospese suddividono lo spazio in partizioni geometriche, inducendo il visitatore a confronti inaspettati: dalla più minuta fronda vegetale al monumentale altoforno, dal ritratto collettivo al dettaglio anatomico. “Solo attraverso l’accostamento diretto è possibile scoprire che cosa è individuale e che cosa universale”, osserva Pfeffer.

Candida Höfer, Zoologischer Garten Washington DC IV, 1992 ©Candida Höfer, by SIAE 2025/VG BildKunst, Bonn 2025.

Il viaggio parte dai pionieri Karl Blossfeldt e August Sander, figure chiave della Neue Sachlichkeit: il primo costruì un “atlante vegetale” che elevava la forma naturale a modello estetico; il secondo fotografò con impassibile rigore i “tipi” sociali della Germania di Weimar. Negli anni Sessanta il metodo s’intensifica con Bernd e Hilla Becher, autori di monumentali griglie in bianco e nero dedicate all’architettura industriale: le loro “sculture anonime” diventeranno paradigma per la Scuola di Düsseldorf frequentata da Andreas Gursky, Candida Höfer, Thomas Ruff e Thomas Struth.

August Sander, Sekretärin beim Westdeutschen Rundfunk in Köln (Secretary at West German Radio in Cologne), 1931 – 1950s. ©Die Photographische Sammlung/SK Stiftung Kultur – August Sander Archive, Cologne; SIAE, Roma, 2025.

Alla prospettiva documentaria si affiancano traiettorie concettuali e politiche: Hans-Peter Feldmann applica sistemi di catalogazione a oggetti quotidiani o a memorie traumatiche (Die Toten, 1967-1993); Gerhard Richter, con Atlas, estremizza l’equivalenza fra immagini di provenienza disparata, dal privato alla tragedia storica. Isa Genzken trasforma le orecchie dei passanti in ritratti fisiognomici; Ursula Schulz-Dornburg fotografa pensiline dei bus in Armenia come reliquie di un socialismo utopico; Wolfgang Tillmans coglie aerei Concorde o scaffali di supermarket di fronte all’ubriacante eccesso della contemporaneità. Non mancano sguardi sulla natura – dalle varietà di cavalli di Ursula Böhmer agli uccelli estinti immortalati da Jochen Lempert – che ampliano il discorso tipologico oltre l’umano.

Thomas Ruff, Porträt (Pia Stadtbäumer), 1988, MUSEUM MMK FÜR MODERNE KUNST, Frankfurt ©Thomas Ruff, by SIAE 2025. Photo by Axel Schneider, Frankfurt am Main.

Per Pfeffer, nell’epoca delle immagini digitali “il singolare sembra confluire in una massa globale”. La rapidità con cui il web produce serie visive obbliga gli artisti a un’osservazione ravvicinata del reale, capace di far emergere “innegabili somiglianze e sottili differenze” e di restituire complessità al nostro sguardo.

Thomas Struth, Studies of people on the street, Düsseldorf, 1974-78, Atelier Thomas Struth, Berlin ©Thomas Struth.

L’esperienza espositiva alterna cluster tematici – botanica, ritrattistica, architettura industriale, spazi domestici, forme animali – che sottolineano la tensione continua tra classificazione e deviazione, tra rigore metodologico e scelta soggettiva. La serialità, lungi dal livellare, diventa strumento critico per interrogare la storia sociale e culturale della Germania, ma anche la funzione stessa della fotografia come dispositivo di conoscenza.

Ursula Schulz-Dornburg, Transit Sites – Armenia. Erevan-Ararat, 2001 ©Ursula Schulz-Dornburg.

In occasione della mostra, Fondazione Prada ha pubblicato un volume illustrato progettato dallo studio Zak Group, che approfondisce i temi dell’esposizione attraverso i contributi di Miuccia Prada, Susanne Pfeffer e degli storici dell’arte Benjamin Buchloh, Tom Holert e Renée Mussai.

Immagine della mostra “Typologien: Photography in 20th-century Germany” Curata da Susanne Pfeffer. Foto: Roberto Marossi, Courtesy Fondazione Prada.
Thomas Struth, The Richter Family 1, (La famiglia Richter), Cologne 2002. Stampa cromogenica. Thomas Struth, The Consolandi Family (La famiglia Consolandi) Milan 1996. Stampa cromogenica. Courtesy of the artist.

English Summary
The exhibition Typologien: Photography in 20th-Century Germany, curated by Susanne Pfeffer and hosted at Fondazione Prada in Milan, presents an extensive exploration of German photography through the conceptual lens of typology. More than 600 works by 25 artists—from Karl Blossfeldt and August Sander to Bernd and Hilla Becher, Hans-Peter Feldmann, Gerhard Richter, Andreas Gursky and Wolfgang Tillmans—are arranged not chronologically, but typologically, revealing unexpected affinities between subjects, formats and intentions.

Immagine della mostra “Typologien: Photography in 20th-century Germany” Curata da Susanne Pfeffer. Foto: Roberto Marossi, Courtesy Fondazione Prada.
Marianne Wex, Let’s Take Back Our Space: ‘Female’ and ‘Male’ Body Language as a Result of Patriarchal Structures (Riprendiamoci il nostro spazio: il linguaggio del corpo “femminile” e “maschile” come risultato dei costrutti patriarcali). Historical Example: Seated Men and Women, 1977/2019 (Esempi storici: donne e uomini seduti), Arm and Leg Positions, Lying on the Ground, 1977/2018 (Posizioni di braccio e gamba, distesi per terra). Stampe d’archivio a getto d’inchiostro. Edizione di 5 + 2 PA (#2/5). Courtesy of the artist and Tanya Leighton, Berlin and Los Angeles.

The exhibition reflects on the use of classification as both a visual strategy and a critical tool, capable of uncovering the complexity of reality, questioning hierarchies, and redefining the photographic image in both historical and contemporary contexts.

Immagine della mostra “Typologien: Photography in 20th-century Germany” Curata da Susanne Pfeffer. Foto: Roberto Marossi, Courtesy Fondazione Prada.
Andreas Gursky, 99 Cent, 1999 (rimasterizzazione 2009). Stampa a getto d’inchiostro, Atelier Andreas Gursky, by SIAE 2025.