Il progetto per la riqualificazione di piazza Libertà e del centro storico di Lissone è il risultato di un concorso con fase partecipativa bandito dal Comune di Lissone nel 2019.
L’intervento mira a tre obiettivi fondamentali: lo sviluppo dell’attrattività, pensando allo stesso tempo a una piazza per tutti e una piazza per ciascuno, dove l’intera comunità possa ritrovarsi ma anche dove ogni singola utenza (dai bambini agli anziani) sia considerata; l’incremento del comfort, configurando una piazza sicura in tutte le ore del giorno e accessibile in tutti i giorni dell’anno; la valorizzazione della memoria, costituita dal patrimonio esistente (la Casa del fascio di Giuseppe Terragni e Antonio Carminati, Villa Magatti e Villa Mussi), scomparso (la fontana ricollocata in piazza IV novembre nel 2006 e la chiesa di San Pietro demolita nel 1933) e intangibile (il sistema legno-arredo-design, che connota la città dal punto di vista economico e culturale).
Foto zenitale della fontana, delle fioriere e della pergola, con la riproduzione a terra della sagoma della chiesa di San Pietro, demolita nel 1933. Foto: Marco Introini.
La strategia progettuale si basa sulla suddivisione dello spazio aperto in cinque luoghi, ciascuno con specifiche caratteristiche morfologiche e funzionali: il “salotto urbano”, delimitato da una pergola e da una fontana; l’area polifunzionale, concepita come interfaccia flessibile per attività culturali e sportive; il parco ludico e didattico, con tre isole per bambini differenziate per età e cinque nuovi “alberi didattici”; la piazza dei giochi e della lettura, con sedute e tavoli da gioco; il Giardino di Villa Magatti.
Foto zenitale del Giardino dei colori. Lo spazio centrale è ruotato come la trama urbana attorno a via Matteotti a ovest della piazza. Foto: Marco Introini.
Trasversalmente a questi cinque ambiti, a garantire continuità, sono stati introdotti cinque layer: gli arredi (le sedute individuali e le panche); il verde (i filari di carpini, gli arbusti nelle fioriere, i rampicanti sulla pergola, gli “alberi didattici” nel parco De Capitani); l’illuminazione (di sicurezza e scenografica, nella fontana, nel pergolato e tra le fioriere); l’acqua, rappresentata secondo una sequenza “punto-linea-superficie” dai getti a pavimento davanti alla Casa del fascio, dal canale a raso davanti a Villa Mussi e dalla fontana al centro del “salotto urbano”; la segnaletica (con i dieci totem descrittivi dei principali edifici dell’itinerario monumentale, i dieci pannelli orizzontali dell’itinerario legno-arredo-design e i cinque totem dell’itinerario botanico).
L’evoluzione del palinsesto urbano e i 5 layer di progetto.
La pergola e la fontana
La pergola suddivide con più chiarezza lo spazio tra la piazza e l’area antistante a Villa Mussi e offre allo stesso tempo agli abitanti un nuovo luogo di ritrovo, protetto e ombreggiato. La struttura è come le fioriere in corten per rendere più leggibile la differenza tra nuovo ed esistente, e la sua geometria riprende quella del reticolo razionalista nella scelta di assi orizzontali e verticali complanari e dimensionati con lo stesso spessore.
La fontana in granito è modellata a partire da un rettangolo aureo dalle cui sottrazioni perimetrali sono ricavate le sedute. La sperimentazione sulle proporzioni dinamiche è un riferimento indiretto all’approccio compositivo di Terragni che, anche nel progetto per la Casa del fascio di Lissone, ha fatto ricorso alla sezione aurea.
L’incisione sulla pavimentazione tra la fontana e la pergola riproduce la sagoma della chiesa di San Pietro, oggi non più esistente.
Vista aerea di piazza Libertà con la pergola, la fontana e le fioriere. Foto: Marco Introini.
Verde
Il layer del verde è composto da specie selezionate in accordo ai periodi di fioritura e alle variazioni cromatiche stagionali. È costituito dalla prosecuzione dei filari di carpini su Piazza Libertà, dagli arbusti delle fioriere e nel Parco, dai fiori nel Giardino dei colori e da cinque alberi “didattici” (quercia, noce, frassino, ciliegio, castagno) appartenenti a specie comunemente impiegate nella produzione del mobile.
Vista della piazza dei giochi e della lettura. Al centro la linea d’acqua in granito, a fianco i tavoli da gioco in corten e acciaio inox e le sedute in cemento e granito. Foto: Marco Introini.
Arredi
Le fioriere definiscono il limite sud della piazza e alcuni spazi del centro storico. Sono proporzionate a partire da una pianta quadrata, da cui si ergono due parallelepipedi costituiti da materiali che ne sottolineano il differente uso: la pietra per le sedute, il corten per i vasi e i listelli di legno (caratterizzati da un incastro angolare a “coda di rondine” in riferimento alla cultura artigianale della città) per il rivestimento.
Vista verso la fontana in granito, le fioriere e, sullo sfondo, la Casa del fascio (1938-1940) di Giuseppe Terragni e Antonio Carminati. Foto: Marco Introini.
Le sedute sono di tre tipi: individuali (con disposizione a piccoli gruppi, nella piazza e nel centro storico), lineari (nel parco) e integrate (ricavate per sottrazione dalla fontana o per addizione sulle fioriere). Come per le fioriere la forma di partenza è quella del cubo e i materiali, granito e legno, sono in continuità con gli altri manufatti esistenti. Viste da sopra e da davanti le sedute lineari mostrano a volte la lastra intera a volta la sola testa, generando una sorta di “cucitura minerale” che richiama l’incastro a “coda di rondine” delle fioriere.
Vista delle sedute in cemento e granito del Giardino dei colori. Foto: Marco Introini.
Acqua
Il riferimento all’acqua si materializza in tre geometrie complementari: i punti, che corrispondono ai getti d’acqua davanti alla Casa del fascio, regolabili in altezza a seconda delle attività; la linea, che si traduce nella canalina a raso davanti a Villa Mussi evidenziando l’asse della facciata principale; la superficie, rappresentata dalla fontana al centro del “salotto urbano”.
Il tema dell’acqua è legato all’etimo del toponimo della città: la parola Lixiones, riportata con una scritta in corten retroilluminata all’interno della vasca, indica infatti i portatori d’acqua dell’esercito romano a cui queste terre furono assegnate.
Vista del giardino didattico, con l’area giochi e la segnaletica botanica. Foto: Marco Introini.
Segnaletica
Il layer della segnaletica si articola in tre temi: la segnaletica monumentale, con i dieci totem descrittivi dei principali edifici nella piazza e nel centro storico; la segnaletica storica, con i dieci pannelli nel “salotto urbano” che illustrano l’evoluzione del sistema legno-arredo-design; la segnaletica botanica, con i cinque totem che raccontano gli “alberi didattici” attraverso una descrizione tecnica, i disegni di Cesare Leonardi e una serie di citazioni tratte da Arboreto Salvatico di Mario Rigoni Stern.
Vista del totem della segnaletica monumentale in corten e acciaio inox presso Villa Mussi. Foto: Marco Introini.
Luce
Il layer della luce riveste un ruolo fondamentale, da una parte garantendo una maggiore sicurezza (percepita ed effettiva), dall’altra valorizzando gli elementi più significativi della piazza.
L’illuminazione funzionale corrisponde ai nuovi corpi su palo perimetrali e agli arredi luminosi disposti nel “salotto urbano”, mentre l’illuminazione d’accento riguarda le tre geometrie d’acqua (punti, linea, superficie) e la facciata della Casa del fascio.
Vista notturna da via Paradiso alla torre littoria. Foto: Marco Introini.