Grazie alla collaborazione tra il Polo di Mantova del Politecnico di Milano e l’associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, lo spazio rinascimentale dell’ex chiesa di San Cristoforo e il suo giardino annesso sono stati riaperti al pubblico in occasione di Mantovarchitettura 2025, manifestazione che quest’anno riflette sul tema “Architettura e conflitto”.

Disegni di Mauro Mazzinghi.

L’edificio quattrocentesco, oggi sconsacrato, ospita una mostra intensa e particolare intitolata Oltre il muro. La città immaginata dagli ex-manicomi italiani, che affronta un capitolo complesso della storia sociale e architettonica italiana. L’esposizione – curata da Elisa Boeri, Luca Cardani e Davide Del Curto, con Giorgio Bedoni, e con Marta Colombi, Renate Karjavcenko e Michela Pilotti – indaga le forme della reclusione psichiatrica a partire dai secoli passati, quando in tutta Europa venivano costruiti imponenti edifici manicomiali, progettati per contenere, separare e “correggere” i soggetti considerati devianti.

Graffiti di Fernando Oreste Nannetti. Foto: ©weArch.

L’architettura di questi luoghi rifletteva una concezione ambigua della cura, intrecciata al controllo e all’emarginazione. Ancora oggi, a quasi cinquant’anni dalla Legge 180 del 1978 – la cosiddetta “Legge Basaglia” – molte di queste strutture versano in stato di abbandono, testimoni silenziose di un passato recente che interroga il presente.

Padiglione per pericolosi e criminali. Sezione Lombroso.

La rassegna raccoglie numerosi disegni, sculture e graffiti realizzati all’interno di istituzioni come il San Lazzaro di Reggio Emilia, il San Niccolò di Siena, l’ospedale psichiatrico di Volterra e il San Giovanni di Trieste. Le opere di figure come Fernando Oreste Nannetti –N.O.F.4, Giuseppe Righi, Paris Morgiani, Maurizio Zappon – ZAP e Mauro Mazzinghi restituiscono un immaginario costruito dall’interno, fatto di visioni fantastiche del “fuori”, che assumono la forma di città utopiche, paesaggi alieni o architetture sorprendentemente coerenti. In molti casi, l’atto creativo si intreccia a una forma di resistenza, una risposta identitaria alla disumanizzazione della reclusione psichiatrica

Giuseppe Righi. Foto: ©weArch.

Maurizio Zappon. Foto: ©weArch.

Mauro Mazzinghi. Foto: ©weArch.

Fernando Oreste Nannetti. Foto: @weArch.

A chiudere il percorso espositivo è la presenza simbolica di Marco Cavallo, la grande scultura in legno e cartapesta realizzata nel 1973 all’interno del manicomio di Trieste. La sua uscita oltre le mura segnò una svolta nella battaglia contro le istituzioni totali, e la sua figura azzurra continua a evocare la possibilità di superare lo stigma e l’indifferenza che per secoli hanno accompagnato la malattia mentale.

Marco Cavallo.

English Summary
As part of Mantovarchitettura 2025, the exhibition Beyond the Wall. The City Imagined by Former Italian Asylum Inmates is on view in the deconsecrated Church of San Cristoforo in Mantua. Curated by Elisa Boeri, Luca Cardani and Davide Del Curto, the show explores the architecture of psychiatric confinement in Italy and its complex legacy. Through drawings, sculptures, and graffiti created in former asylums such as San Lazzaro in Reggio Emilia, San Niccolò in Siena, Volterra, and San Giovanni in Trieste, the exhibition reveals imaginative visions of the outside world. These works – by artists such as Fernando Oreste Nannetti (N.O.F.4), Giuseppe Righi, Paris Morgiani, Maurizio Zappon (ZAP), and Mauro Mazzinghi – act as creative forms of resistance to the dehumanization of institutional spaces. The exhibition closes with Marco Cavallo, the blue papier-mâché horse built in 1973 inside the Trieste asylum, which symbolically broke through the walls of confinement and became a powerful icon of psychiatric reform.

Foto: ©weArch.