Luigi Spinelli, docente al Politecnico di Milano, autore di libri importanti su José Antonio Coderch e su Paolo Soleri, ha messo a punto un volume che va oltre le tradizionali monografie per approfondire determinati aspetti del soggetto analizzato, grazie ad una narrazione che supera l’aspetto cronologico per intrecciare indirizzi e obiettivi diversi. L’obiettivo consiste nel ritrovare aderenze, suggerimenti, punti di contatto e sovrapposizioni che scavano all’interno di un percorso compositivo aperto ma rigoroso. Ciò avviene grazie anche a dense citazioni dello stesso Zucchi.

Edificio per uffici L’ark, Bordeaux. Schizzo di Cino Zucchi.

A quest’ultimo si devono proposte di qualità. Gli headquarters Salewa a Bolzano (2007) progettata con Park Associati. Un landmark composto da un grande magazzino robotizzato, uffici, un centro di ricerca, un asilo, una caffetteria e la palestra di arrampicata più grande d’Italia, tra le maggiori in Europa. Indossa una pelle metallica che lo trasforma in una sorta di “camaleonte mimetizzato nel paesaggio”. A Torino la riprogettazione del Mauto, Museo Nazionale dell’Automobile (2014) e la Nuvola Lavazza, frutto di un concorso vinto nel 2010. Il nuovo padiglione RSA a Riva del Garda, del 2011, “Cittadella dell’accoglienza”, per la corte pensile di forma poligonale stellare. Allude agli elementi naturali del territorio con cui intreccia un dialogo allusivo. Alla fine della lettura del volume, trovano conferma le considerazioni di Antonino Saggio che, nella introduzione, annota: “L’architettura di Zucchi non si adatta, non si contestualizza, non si mimetizza. L’architettura di Zucchi fa quello che ogni artista deve fare: costruire il mondo come dovrebbe essere! Un mondo vibrante, intelligente, ironico e con grandi alzate di genio”.

Fili d’erba, magazzino automatizzato Pedrali, Mornico al Serio. Foto: CZ.

Il nostro protagonista nasce a Milano nel 1955, si laurea al Politecnico nel 1979, dopo il Bachelor of science in art and design al MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Cambridge. Nel 1978 fonda lo studio Cino Zucchi Architetti (CZA) e si propone nello scenario internazionale recependo la lezione dei maestri della modernità italiana, da Gio Ponti a Luigi Caccia Dominioni. Si afferma in Italia grazie a una ricerca che sviluppa soluzioni spaziali in grado di conciliare l’innovazione con la complessità dei luoghi. Professore al Politecnico, visiting professor in prestigiose università, pubblica saggi, partecipa all’organizzazione e allestimento della Triennale di Milano, sue architetture sono state esposte alla Biennale di Venezia.

Residenze in via Valtorta, Milano. Foto: Filippo Poli.

Tra i numerosi progetti realizzati si segnala il recupero urbano dell’area industriale ex Junghans, sulla Giudecca, del 1997. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti. “Piccoli spostamenti di forma, sufficienti per apportare con leggere interferenze combinatorie grandi cambiamenti di significato”. Nel 2010 inaugura la chiesa della Resurrezione di Gesù, a Sesto San Giovanni. Non troviamo “performance figurative o tecnologiche” ma spazi accoglienti, misurati sui riti quotidiani, realizzati con gesti minimi ma essenziali. Risale al 2013 il complesso residenziale Corte verde, nell’area milanese di Porta Nuova. Si nota per l’attenzione alla città. Scrive a proposito: “La bellezza della città è plurima, fallace, occasionale; ma quando esiste, essa supera quella della natura; ci conforta nella sua assenza di perfezione, nel suo carattere stratificato e in continuo adattamento alle vite dei suoi abitanti”.

Torri di residenza convenzionata, Cascina Merlata. Portico. Foto: CZ.

A proposito del suo lavoro Spinelli propone una particolare interpretazione: la lezione della “Milano Moderna” dove è possibile trovare l’interpretazione dello spazio urbano introdotto da Luigi Moretti; la capacità di storicizzare i caratteri degli edifici dei BBPR; le composizioni che puntano all’astrattismo di Perogalli e Mariani, la tridimensionalità delle facciate di Figini e Pollini; le superfici piegate di Gio Ponti. Il tutto tenuto insieme in una rilettura personale capace di diventare cifra del proprio percorso architettonico.

RSA Citta di Riva, Riva del Garda. Foto: Davide Galli.