Le sale seicentesche di Villa Ghirlanda Silva a Cinisello Balsamo si apprestano a ospitare, a partire dal 17 maggio, la mostra Alberto Lagomaggiore. Fotografie di architettura 1994-2024. Curata da Maria Fratelli e Giorgio Olivero, l’esposizione ripercorre trent’anni di attività del fotografo genovese, allievo di Gabriele Basilico, attraverso un centinaio di immagini realizzate tra bianco e nero e colore, in prevalenza con fotocamere analogiche di grande formato.

Cristalleria Fratelli Livellara, Milano, Il Sogno del Moderno (1994), stampa inkjet da negativo 10 x 12 cm ©Alberto Lagomaggiore.

L’itinerario visivo si apre con le prime campagne degli anni Novanta, come il lavoro sulla valle del Polcevera a Genova – parte della sua tesi di laurea in Architettura – e si sviluppa seguendo un criterio cronologico che attraversa decenni di trasformazioni urbane, edilizie e industriali. Accanto alla documentazione del patrimonio architettonico moderno e dell’archeologia industriale milanese – da cui sono scaturite pubblicazioni come Il sogno del moderno e La fortuna del moderno – trovano spazio le vedute del porto di Genova, i progetti per riviste e aziende del design come Cappellini, Driade e Castaldi Lighting, e gli interventi più sperimentali, dove l’oggetto si smaterializza nella composizione.

Cementificio Ozzano (2019), stampa inkjet da negativo 10 x 12 cm, ©Alberto Lagomaggiore.

Una sezione è dedicata al cantiere di restauro del 2004 della Villa Reale di via Palestro a Milano, con immagini inedite che restituiscono un racconto intimo e meditato degli spazi architettonici e delle opere d’arte in essi custodite. Emergono poi i lavori che Lagomaggiore ha dedicato a temi spesso marginali, ma di grande potenza documentaria e poetica, come l’edilizia “minore”, le cascine dell’area milanese – manufatti edilizi che fungono da cerniera tra città e campagna – e i cantieri urbani, sempre affrontati con uno sguardo preciso, analitico, privo di retorica.

Villa Belgiojoso Bonaparte, Milano, cantiere di restauro (2004), negativo 6 x 6 cm, stampa alla gelatina di bromuro d’argento, ©Alberto Lagomaggiore.

A chiudere il percorso sono i progetti più recenti, Cuneo Zone di Confine e Milano Over, entrambi confluiti in volumi monografici. In queste immagini si condensano le tematiche che attraversano l’intera produzione di Lagomaggiore: lo studio dello spazio urbano, la stratificazione edilizia e produttiva delle città, l’indagine sulle soglie tra centro e margine, costruito e vuoto.

Milano Over, Via Vittor Pisani (2020), stampa inkjet da negativo 10 x 12 cm, ©Alberto Lagomaggiore.

Formatosi come architetto, Alberto Lagomaggiore, nato a Genova nel 1964, ha costruito un linguaggio fotografico coerente e rigoroso, capace di affiancare l’indagine urbanistica alla sensibilità visiva. Con i suoi lavori ha illustrato decine di volumi e articoli di riviste specializzate, esponendo in numerose sedi di prestigio. Una selezione di sue fotografie dedicate a Villa Ghirlanda è oggi parte delle collezioni del Museo di Fotografia Contemporanea.

Edificio per il trattamento della ghiaia in Valfurva (2018), studio prospettico fotografia digitale, stampa inkjet ©Alberto Lagomaggiore.

English Summary
Alberto Lagomaggiore: Thirty Years of Architectural Photography
Hosted at Villa Ghirlanda Silva in Cinisello Balsamo from May 17, the exhibition Alberto Lagomaggiore. Fotografie di architettura 1994–2024 presents a selection of works by the Genoa-born photographer, curated by Maria Fratelli and Giorgio Olivero. Through around one hundred large-format images, the show retraces three decades of research into architecture, cities, and industrial landscapes. The exhibition features early campaigns from the 1990s, including surveys of the Polcevera valley and Milan’s industrial heritage, alongside commissioned projects for institutions and design companies. It concludes with recent series such as Cuneo Zone di Confine and Milano Over, which reflect Lagomaggiore’s ongoing focus on urban space and architectural transformation.

Stazione Garibaldi, La Città immaginata (2015), stampa inkjet da negativo 10 x 12 cm, ©Alberto Lagomaggiore.