New Century Global Center, Chengdu, Cina    L’edificio più grande del mondo si trova a Chengdu, nella Cina centrale. Chengdu è una città di 14 milioni di abitanti, nata a ridosso delle montagne nella provincia del Sichuan. È famosa per tre cose: i panda (qui difatti si trova una delle loro principali riserve naturali), il cibo estremamente piccante e, sfortunatamente, un devastante terremoto che avvenne nel 2008. A seguito di questa catastrofe, a ricordare che “del doman non v’è certezza”, pare che gli abitanti di Chengdu abbiano abbracciato uno stile di vita più rilassato e godereccio: attualmente il Gucci Store di Chengdu fattura più di quelli di Shanghai o Pechino.

Foto: Daniele Baratelli.

In questo contesto, nel 2013, nasce l’enorme New Century Global Center, raggiungendo il primato di edificio più grande del mondo. Per la precisione, detiene il record in termini di metri quadrati complessivi realizzati: ben 1.760.000 mq fuori terra, contenuti in un enorme parallelepipedo di metri 560 x 480, alto 100 metri. È situato in prossimità dell’arteria stradale che collega, in direzione nord-sud, il centro città con la più recente espansione urbana.

Immagine: Daniele Baratelli.

Questo è il suo impressionante rapporto planimetrico con una città europea come, per esempio, Milano.

Immagine: Daniele Baratelli.

È praticamente impossibile non notarlo se si è in città: lo si vede dall’abitacolo della propria macchina materializzarsi in lontananza, isolato, come uno stadio. La forma regolare e monolitica viene addolcita da un’inclinazione delle facciate in prossimità degli angoli e da una decorazione ad onde sulla sommità. Le facciate sono continue e vetrate.

Foto: Daniele Baratelli.

Il programma si sviluppa attorno a delle corti interne necessarie per luce e ventilazione ed è articolato in quattro principali funzioni: un centro commerciale, un albergo (attualmente gestito da Intercontinental) e, al centro dell’edificio, un parco acquatico. A concludere, lungo il perimetro rettangolare vi è una notevole quantità di uffici.

Immagine: Daniele Baratelli.

Mosso da curiosità ho deciso di visitarlo. Per arrivarci ho preso un taxi, che mi ha lasciato all’ingresso est, quello del centro commerciale situato simmetricamente al centro della facciata.
Entrato nell’edificio mi sono trovato in un atrio a tutta altezza, dal design ricco di marmi e decorazioni, dove una scala mobile porta il visitatore in quota più alta dalla quale si accede al centro commerciale, che si sviluppa su entrambi i lati.

Foto: Daniele Baratelli.

Proseguendo verso il centro dell’edificio ci si viene a trovare sotto una volta vetrata contenente il parco acquatico e un giardino interno con bar e ristoranti, dalla vegetazione vagamente tropicale (a Chengdu, nonostante la sua posizione geografica, ci sono le palme). Questo spazio è accessibile anche dall’albergo e molte delle stanze vi si affacciano direttamente, con un disegno dei balconi a zig zag.

Foto: Daniele Baratelli.

Il numero di stanza che ho fotografato è un buon esempio di quanto in questo progetto numeri e dimensioni siano decisamente esagerati. Sotto la volta e ad uso dell’albergo c’è spazio anche per una piccola chiesa.

Foto: Daniele Baratelli.

Il blocco contenete gli uffici è di fatto progettato come una serie di edifici indipendenti, semplicemente affiancati, ognuno con il suo proprio ingresso, visibile in facciata ogni 80 metri circa, ed il proprio nucleo distributivo di circolazione verticale. Per raggiungere il centro commerciale e i ristoranti lì ubicati, gli impiegati devono uscire in strada.

Foto: Daniele Baratelli.

Salendo ai piani alti si nota che la pianta degli uffici è abbastanza tradizionale, con corridoio centrale e uffici disposti sui due lati, molti dei quali sono tutt’ora sfitti. Calcolando che la costruzione è stata completata nel 2013, quindi 7 anni fa, una tale quantità di metri quadri non affittati dovrebbe stimolare una riflessione riguardo alla bolla immobiliare cinese e della sua anomalia di “non scoppiare”.
La vista che si gode dagli ultimi piani è oggettivamente bella, anche data la presenza di un parco nelle vicinanze.

Foto: Daniele Baratelli.

Per finire ho voluto misurare questo “miracolo cinese” attraverso un altro “miracolo cinese”, ovvero, il fenomeno delle biciclette in sharing che si sono moltiplicate esponenzialmente negli ultimi anni. Trovatane una, ho pedalato lungo tutto il perimetro dell’edificio: per farlo ci ho messo 9 minuti ed ho contato ben tre diversi Starbucks!

Foto: Daniele Baratelli.

Conclusione    Ci troviamo davanti ad un edificio che, nonostante il primato delle dimensioni, ha ben poche delle qualità proprie dell’architettura, come particolari soluzioni estetiche, di articolazione della forma, innovazioni costruttive. Anzi, è proprio la loro quasi totale assenza che rende questo manufatto interessante al fine di un’analisi.
Probabilmente, sono proprio le dimensioni record che, assicurando una notevole visibilità (anche mediatica) all’edificio, hanno reso superfluo agli occhi del costruttore il dovere ricorrere a costosi abbellimenti architettonici; le facciate, monotone ed un po’ estranianti, contrastano le opulente soluzioni presenti negli interni delle aree commerciali. Eppure è stato realizzato e, in qualche modo, “si muove” come direbbe il dott. Frankenstein. Quantità vs. Qualità, o forse, Quantità come alternativa alla Qualità?
Questa è la suggestiva vista dell’interno di una corte dell’edificio.

Foto: Daniele Baratelli.