È stato osservato che il desiderio dell’acqua appartiene all’immaginario collettivo dei milanesi(1), come un ricordo, stratificatosi nella coscienza di più generazioni, del fluire lento del corso dei Navigli in città, memoria mai cancellata. A novant’anni dall’interramento della Cerchia interna dei Navigli, si prospetta ora concretamente la possibilità di riaprire i Navigli Milanesi.
Il giorno 20 marzo 2018 è stato presentato presso l’Urban Center di Milano, il volume I nuovi Navigli Milanesi. Storia per il futuro, a cura di Antonello Boatti e Marco Prusicki, alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e di numerosi esponenti della cultura milanese favorevoli al progetto di riapertura dei Navigli. Il sindaco Sala ha auspicato la realizzazione del progetto in quanto opera che può rendere ancora più attrattiva Milano e che non cede a facili nostalgie, offrendo una nuova visione della città sul piano ambientale e del paesaggio urbano. I cittadini, che si sono pronunciati già positivamente nel referendum del 2011 sulla riapertura delle vie d’acqua, saranno di nuovo chiamati a esprimere la loro opinione attraverso dibattiti pubblici, in cui si avrà l’occasione di conoscere direttamente i dettagli, i vantaggi e i costi dell’intervento.

Vista dai Bastioni verso via San Marco (Simulazione fotorealistica di Simone Carzaniga per MM S.p.A.).

Il volume illustra lo studio complesso e multidisciplinare, svolto in quasi dieci anni di lavoro, da un team di esperti, professori e studenti del Politecnico di Milano, con contributi di altre Università lombarde, coordinati da Antonello Boatti, per la definizione della “Ricerca scientifica e tecnica finalizzata allo Studio di Fattibilità della riapertura dei Navigli Milanesi nell’ambito della riattivazione del sistema complessivo dei Navigli e della sua navigabilità”.
Il progetto dei nuovi Navigli di Milano attua il recupero di parte dello storico tracciato della Cerchia interna, attualmente interrato e occupato dalla rete viaria, di circa 7 km, da Cassina de’ Pomm alla Darsena.
La realizzazione è prevista in cinque fasi non consecutive tra loro: la prima tratta, Naviglio della Martesana lungo via Melchiorre Gioia fino a viale Montegrappa; la seconda tratta, Naviglio di San Marco dalla Conca dell’Incoronata al Laghetto di san Marco; la terza tratta, Cerchia interna da San Marco a Piazza Cavour; la quarta tratta, Cerchia interna da via Senato a via De Amicis; la quinta tratta, Naviglio Vallone da via Conca del Naviglio fino alla Darsena.
Il progetto si articola su tre grandi obiettivi:
− restituire vivibilità urbana a parti della città, come il quartiere che gravita su via Melchiorre Gioia;
− valorizzare il centro storico di Milano con il rilancio dei luoghi storici monumentali e del paesaggio urbano;
− ricreare le condizioni perché la Darsena torni ad essere il porto di Milano con collegamenti aperti alla città metropolitana.

Il tracciato dei Navigli riaperti da Cassina de’ Pomm alla Darsena, con evidenziate le varianti proposte per la zona Porta Nuova e per via Conca del Naviglio.

Si tratta di un’operazione che con spirito moderno guarda al futuro e ridisegna una via d’acqua che si snoda, lungo il Canale Martesana, dalla periferia a nord est della città, quartieri Greco, Turro, Gorla, passando per il centro storico con le sue emergenze architettoniche e prosegue, dalla Darsena fino a Pavia, verso i quartieri periferici di sud ovest, Chiesa Rossa, Gratosoglio, ricollegando di fatto Milano all’ampia rete di canali, che dal Lago Maggiore, attraverso il Ticino e il Po, giungono fino al Mare Adriatico, in un progetto di scala territoriale regionale e sovraregionale.
Il progetto sottolinea il pregio della restituzione alla città della sua via d’acqua con tutti i benefici di una nuova bellezza ambientale, nel senso di un miglioramento e valorizzazione dello scenario urbano, ricucendo e arricchendo lo spazio pubblico e costituendo così anche una importante infrastruttura della città metropolitana.
La riapertura delle tratte della Cerchia interna offre alla città nuove possibilità rispetto al sistema della viabilità urbana, primo fra tutti la possibilità di navigazione e un sistema di piste ciclo-pedonali che colleghi le zone periferiche al centro città. Gli impatti prodotti in termini di modificazione della circolazione dei veicoli, di contenimento del traffico veicolare privato nel centro storico, e di inedite forme di mobilità sono contemplati dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS).

Vista a volo d’uccello del Laghetto di San Marco da via Balzan (render di Matteo Colombo).

La modifica del paesaggio della città, arricchito e valorizzato dall’acqua, dagli elementi di naturalizzazione arborea, dall’arredo urbano, il collegamento delle aree periferiche con il centro in un continuum paesaggistico, sono caratteri che incidono sulla qualità della vita urbana, producendo anche benefici economici, nuove premialità per le aree interessate, sviluppo del turismo e del commercio. Il progetto, in termini di promozione delle attività commerciali e turistiche e di valorizzazione degli immobili, porterebbe un beneficio stimato di circa 800 milioni di euro, a fronte di un costo previsto di circa 400 milioni di euro.
Inoltre, la riattivazione del sistema idraulico, garantendo un flusso idrico a temperatura e portata quasi costante, permetterebbe l’uso delle pompe di calore, producendo anche dei vantaggi economici e ambientali dal punto di vista del risparmio energetico e dell’uso di fonti alternative di energia. Infatti, i sistemi di produzione del calore e di refrigerazione degli edifici, passerebbero dall’uso dei combustibili fossili al sistema delle pompe di calore alimentate dalle acque di falda.

Il sistema dei Navigli tra Ticino e Adda; la zona in grigio indica la posizione dell’area urbana di Milano.

Il significato del progetto di riapertura della Cerchia interna di Milano è da leggersi però in un senso più ampio: l’intervento si inserisce nel quadro delle operazioni di ripristino del sistema dei Navigli lombardi, compreso fra i fiumi Adda e Ticino. Il primo obiettivo di questo ambizioso disegno è la riattivazione integrale dell’antica via d’acqua che dalla Svizzera, attraverso il Lago Maggiore e il fiume Ticino, lungo il Naviglio Grande e poi il Naviglio Pavese, collegava il capoluogo lombardo al fiume Po e al Mare Adriatico. Una volta realizzata la riapertura della Cerchia di Navigli milanesi, si attuerà, attraverso il Naviglio Martesana, il collegamento del sistema anche al fiume Adda, avendo la Darsena di Milano come porto. Le possibilità offerte alla valorizzazione turistica sono enormi: aprire una via d’acqua dal Lago Maggiore all’Adriatico, ma anche dal Lago di Como all’Adriatico.

Simulazione fotorealistica del progetto in via Francesco Sforza all’altezza dei giardini della Guastalla (elaborazione a cura di MM S.p.A.).

Il volume nella sua impostazione interdisciplinare mostra tutti gli aspetti della fattibilità tecnica, economica e sociale del progetto, e affronta il problema di giustificare gli investimenti tra le scelte appropriate della gestione pubblica della città. Le competenze messe in campo sono plurime: idrauliche e idrogeologiche, infrastrutturali e della mobilità, economiche e paesaggistiche. Il lavoro si è consolidato in seguito all’esito positivo del referendum cittadino del 2011 (favorevoli il 94 % dei votanti, circa 500 mila pari al 49% degli aventi diritto) e alla presa d’atto di questa proposta, da parte dell’Amministrazione comunale, con il suo inserimento all’interno del nuovo PGT di Milano.

Simulazione fotorealistica del progetto in via Molino delle Armi, con il complesso di San Lorenzo sulla destra (elaborazione a cura di MM S.p.A.).

La prima parte del volume è dedicata alla storia della costruzione del sistema dei Navigli lombardi e alla descrizione dei valori artistici, paesaggistici dei territori attraversati dai corsi d’acqua.
La seconda parte offre gli elementi per l’inquadramento degli aspetti storici, strutturali e di pianificazione del sistema delle acque lombarde e a scala sovraregionale (attivazione della navigazione da Locarno a Venezia).
La terza parte descrive le caratteristiche delle singole tratte di cui si compone il progetto milanese, da Cassina de’ Pomm alla Darsena.
La quarta parte illustra la complessità dei contributi delle numerose discipline chiamate a realizzare l’opera: studi di idraulica e geologia, sulla mobilità, progetti architettonici, stime dei costi e dei benefici effettuate dagli economisti.

Note
1. A. Lugarini e M. Proverbio, “I Navigli tra storia, poesia e futuro”, p. 64, in: Antonello Boatti e Marco Prusicki, a cura di, I nuovi Navigli Milanesi. Storia per il futuro, Maggioli, 2018.