È in corso a Milano, presso il Palazzo Reale, una vasta rassegna antologica, la prima in Italia, dedicata all’opera artistica di Max Ernst (1891-1976), pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato francese e americano.
L’esposizione, che è stata promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura e Palazzo Reale con Electa, in collaborazione con Madeinart, presenta al pubblico oltre 400 opere (di cui un’ottantina non esposte al pubblico da diversi decenni), tra cui dipinti, disegni, collage, sculture, fotografie, gioielli e libri illustrati, provenienti da rinomati musei, fondazioni e collezioni private internazionali.

Max Ernst, L’angelo del focolare, 1937. Olio su tela, 114 x 146 cm. Collezione privata, Svizzera. Classicpaintings / Alamy Stock Photo ©Max Ernst by SIAE 2022.

Curata da Martina Mazzotta e Jürgen Pech, la mostra milanese illustra l’opera e la singolare figura artistica di Ernst, profondo conoscitore e interprete visionario della storia dell’arte, della filosofia, della scienza e dell’alchimia. Pictor doctus, che sfugge a facili classificazioni, egli viene presentato quale umanista in senso neorinascimentale.
Il percorso espositivo segue le vicende biografiche di Ernst raggruppandole in quattro periodi storico-geografici, suddivisi, a loro volta, in 9 sale tematiche; inoltre, presenta un’ampia, ideale, biblioteca dell’artista, formata da volumi illustrati, manuali, fotografie, oggetti e documenti, che attraversa tutta la mostra.

Max Ernst, Edipus Rex, 1922. Olio su tela, 93 x 102 cm. Collezione privata, Svizzera. Album / Fine Arts Images / Mondadori Portfolio ©Max Ernst by SIAE 2022.

Le prime due sale, intitolate rispettivamente, La rivoluzione copernicana e All’interno della visione, sono riferite agli anni dell’infanzia e della formazione dell’artista avvenuta in Germania (1891-1921), mentre le due successive, La casa di Eaubonne e Eros e metamorfosi, riguardano il periodo trascorso in Francia e a Parigi (1922-40), contrassegnato da diversi amori e amicizie importanti, dall’affermarsi del Surrealismo e dall’avvento della Seconda Guerra.

Max Ernst, Gli uomini non ne sapranno nulla, 1923. Olio su tela, 80,3 x 63,8 cm. Tate, acquisito nel 1960 ©Tate, London, 2022 ©Max Ernst by SIAE 2022.

Le tre sale, I quattro elementi (foreste/terra, uccelli/aria, mare/acqua, orde/fuoco), Natura e visione e Il piacere di creare forme (Gestaltungslust) – il piacere dell’occhio (Augenlust), illustrano il soggiorno americano di Ernst (1941-52), il suo esilio dalla guerra e l’affermazione artistica internazionale; le ultime due sale della rassegna, Memoria e Meraviglia e Cosmo e crittografie, documentano, invece, il suo l’ultimo periodo artistico, realizzato in seguito al ritorno in Europa (1953-76), che comprende opere sui misteri del cosmo, sulla patafisica e sulla memoria.

Max Ernst, Pietà o La rivoluzione la notte, 1923. Olio su tela, 116,2 x 88,9 cm. Tate, acquisito nel 1981 ©Tate, London, 2022 ©Max Ernst by SIAE 2022.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Electa e una nuova edizione di due opere di Paola Dècina Lombardi: Surrealismo 1919-1969. Ribellione e immaginazione e La donna, la libertà, l’amore. Un’antologia sul surrealismo.

Max Ernst, La festa a Seillans, 1964. Olio su tela, 130 x 170 cm. Centre Pompidou, Paris. Musée national d’art modern / Centre de création industrielle ©2022. RMN-Grand Palais / Photographer: Georges Meguerditchian ©Max Ernst by SIAE 2022.