Emmanuele Lo Giudice, Hey Silos, 26 maggio 2020. Collage digitale elaborato per la mostra “NUDGE. L’architettura delle scelte”, 20 giugno 2020, curata da Massimiliano Cafagna e Maria Alessandra Rutigliano.

Dietro l’elaborazione di un disegno, c’è sempre l’idea di una “stanza”, di uno spazio poetico, di una dimora contesa dal nostro mondo vissuto e dai miti che ci accompagnano. Per i poeti del ’200 la “stanza” era il termine con cui chiamavano il nucleo centrale della loro poesia, concepito come un luogo denso, spazio della fenomenologia dell’anima, custode della parola e ricettacolo di molteplici immagini.
In questo senso, il collage digitale Hey Silos è una stanza, un luogo che racchiude in sé il nostro presente e il paesaggio immaginifico di un “Mondo Nuovo”, sostanza di cose sperate. L’inquilino di questa stanza è l’uomo contemporaneo che balla sopra le macerie indistinguibili della modernità e della postmodernità. La sua sofferenza irrisolta, nascosta sotto la maschera di Joker, lo ha portato alla follia, a vivere un mondo non più sostenibile, drammaticamente autodistruttivo. Ma non è tutto perduto! In prospettiva è possibile scorgere “Il Mondo Nuovo”, un mondo dove si sovrappone, alla realtà del presente, splendida e monumentale, come i Silos di Barletta, una nuova natura. In un continuo dialogo tra presente e passato – rappresentato metaforicamente dai frammenti di alcune colonne greche e da un giocoso pallone che sembra la copertura di una nuova architettura – si erge, come una nuvola, la struttura leggera e gassosa di un giardino. Un “dispositivo ambientale” che è esso stesso monumento, segno e invito a trasformare il mondo in uno “spazio altro”, metafora di una nuova relazione tra uomo e natura.
Hey Silos quindi, nello spazio ristretto della sua rappresentazione, ci racconta di una nuova enciclopedia dialettica di relazioni possibili tra uomo e ambiente e, per renderla possibile, dobbiamo avere solo il coraggio di costruire e attraversare il ponte che ci separa da questa realtà senza aver paura dei grandi mostri che il futuro potrebbe riservarci.