Francis Kéré, nato Diébédo Francis Kéré, nel 1965, in Burkina Faso, e titolare dello studio Kéré Architecture, con sede a Berlino, e di un’omonima Fondazione, è stato proclamato oggi come (51esimo) vincitore del premio Pritzker Architecture Prize, il più prestigioso premio internazionale di architettura.

Gando Primary School, Gando, Burkina Faso, 2001. Photo: ©Erik Jan Owerkerk.

Molte opere progettate da Francis Kéré sono state costruite in Africa, in paesi, tra cui Repubblica del Benin, Burkino Faso, Mali, Togo, Kenya, Mozambico e Sudan, dove spesso l’architettura e le infrastrutture erano assenti. Si tratta di edifici in maggioranza di tipo comunitario, quali istituzioni scolastiche, strutture sanitarie, alloggi professionali, edifici civili e spazi pubblici, caratterizzati da un uso attento e intelligente dei materiali e della manodopera locale.

National Park of Mali, Bamako, Mali, 2010. Photo: Iwan Baan.

Con le sue architetture “sociali” Kéré ha sempre cercato di rafforzare e, di conseguenza, trasformare le comunità locali, migliorando la loro qualità di vita, con modalità, tuttavia, rispettose del luogo e della tradizione.
Si può sostenere che, in un certo senso, Kéré, cittadino tedesco e di Burkino Faso, con queste opere torni alle sue radici, attingendo dalla sua formazione e dal lavoro europeo per confrontarli e mischiarli con i costumi, le tradizioni e i bisogni dei paesi del continente africano.

Surgical Clinic and Health Centre, Léo, Burkina Faso, 2014. Photo courtesy of Francis Kéré.

“Spero di cambiare il paradigma, spingere le persone a sognare e a rischiare. Non è perché sei ricco che dovresti sprecare materiale. Non è perché sei povero che non dovresti cercare di creare qualità. Tutti meritano la qualità, tutti meritano il lusso e tutti meritano il comfort. Siamo interconnessi e le preoccupazioni per il clima, la democrazia e la scarsità sono preoccupazioni che riguardano tutti”, ha, inoltre, dichiarato il vincitore del Premio Pritzker 2022, noto anche per il suo impegno per la giustizia sociale.

Serpentine Pavilion, London, United Kingdom, 2017. Photo: ©Iwan Baan.

Oltre che nei paesi africani, Francis Kéré realizza diverse opere, tra cui padiglioni e installazioni, in Danimarca, Germania, Italia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.
Tra i suoi lavori più importanti si possono annoverare: la Scuola primaria di Gando (Burkina Faso, 2001), il Parco nazionale del Mali (Bamako, Mali, 2010), l’Opera Village – fase I (Laongo, Burkina Faso, 2010), la scuola secondaria Lycée Schorge (Koudougou, Burkina Faso, 2016), il Serpentine Pavilion (Londra, Regno Unito, 2017), il Doctors’ Housing (Léo, Burkina Faso, 2019), i padiglioni Sarbalé Ke e Xylem (California e Montana, Stati Uniti, 2019), il Burkina Institute of Technology – fase I (Koudougou, Burkina Faso).

Burkina Institute of Technology – Phase I, Koudougou, Burkina Faso, 2020. Photo courtesy of Francis Kéré.

È senz’altro l’edificio della scuola primaria di Gando, che riunisce meglio le basi all’origine dell’architettura e dell’impegno sociale di Kéré, che, in questo caso, si è adoperato attivamente anche per la raccolta fondi internazionale.
Si tratta di una struttura scolastica in grado di combattere il calore estremo e le condizioni di scarsa illuminazione con ingegno e risorse limitate: l’argilla locale è stata fortificata con cemento per formare mattoni con massa termica bioclimatica, trattenendo l’aria più fresca all’interno dell’edificio e consentendo al calore di fuoriuscire attraverso un soffitto in mattoni e un ampio tetto sporgente e sopraelevato.
Il successo di questo progetto ha portato l’aumento del corpo studentesco da 120 a 700 alunni e ha determinato, successivamente, la costruzione di nuovi volumi, quali un edificio abitativo per gli insegnanti (2004), un ampliamento della scuola (2008) e una biblioteca (2019).