Ex villaggio olimpico di Torino: da più grande centro occupato d’Europa a nuovo student e social housing
Lo studio PICCO Architetti ha completato il restauro, risanamento conservativo e recupero funzionale di 7 delle 39 palazzine dell’ex villaggio olimpico di Torino, progettato nel 2006 su masterplan dell’architetto tedesco Otto Steidle con il coordinamento di Benedetto Camerana, per i Giochi invernali sull’area occupata, fino al 2001, dai Mercati Generali.
L’Ex Villaggio olimpico era stato pensato come un quartiere destinato a essere assorbito nel tessuto cittadino. La vita post-olimpica del villaggio ha testimoniato invece la complessità del “fare un nuovo pezzo di città”. Dopo l’evento olimpico, i tre lotti di palazzine sono stati adibiti ad abitazioni sociali e uffici dell’Arpa, mentre altre sono state destinate a uffici del Torino Olympic Park, ostello e alcune residenze sociali. Successivamente parte del complesso è stato oggetto dell’occupazione abusiva più grande d’Europa. Partendo quindi da una situazione di emergenza sociale, il nuovo complesso residenziale è stato una straordinaria opportunità di rigenerazione urbana, con una dotazione di circa 400 posti letto.

Foto: Fabio Oggero.

Il progetto di PICCO Architetti ha previsto la realizzazione di un nuovo modello residenziale flessibile, partendo dall’impostazione originale di Steidle. La matrice insediativa proposta dell’architetto tedesco, aveva introdotto una articolazione aperta a scacchiera, alternativa a quella, ad isolato chiuso, della tradizione urbana di Torino. A partire dalle preesistenti arcate degli ex Mercati Generali, disegnate da Umberto Cuzzi nel 1932, i 39 edifici erano disposti secondo un impianto dal fronte parzialmente chiuso verso la città e aperto verso la collina. L’assetto planimetrico dell’ex Villaggio Olimpico genera quindi uno spazio aperto tra gli edifici, organizzato su direttrici pedonali longitudinali che alternano aree verdi a spazi e percorsi pedonali trasversali di collegamento tra le palazzine.

Foto: Fabio Oggero.

Sei dei sette edifici del nuovo student e social Housing ideato da PICCO Architetti erano stati progettati da Otto Steidle. Cinque (B2,D0, D2, F0, F2) avevano caratteristiche analoghe sotto il profilo tipologico con pianta centrale e un sistema distributivo verticale organizzato da rampe in linea e sviluppo circolare del pianerottolo distributivo. La sesta palazzina (E4), quella più grande, collocata sul fronte strada e che costituisce il punto di accesso accoglienza dell’intero complesso, era strutturata invece con due scale, una a servire il corpo di 2 piani fuori terra ed una a servire il corpo di 7 piani fuori terra collegata anche al piano interrato. Il settimo edificio (E1) invece era stato progettato dall’architetto austriaco Adolf Krischanitz e presentava una scala centrale a rampe parallele.
Le prime sei palazzine sono state organizzate con alloggi, da monolocali a 4 posti, a tutti i piani. La settima palazzina è organizzata in 27 monolocali e 14 bilocali.
In relazione con la tipologia della casa singola aperta, il progetto di PICCO Architetti favorisce l’integrazione del nuovo distretto nell’ambiente e offre una varietà di forme per lo sviluppo interno della comunicazione e dell’individualità.

Assonometria.

Gli interventi di recupero, progettati da PICCO Architetti con la direzione lavori di Studio Pession e realizzati dall’impresa CO.GE.FA. spa di Torino, sono stati organizzati in due fasi precedute da una prima attività di sgombero degli oggetti e degli arredi lasciati all’interno dei locali.
Nella prima delle due, gli edifici sono stati oggetto di attività di strip out, con la demolizione di tutti i tramezzi interni e la rimozione di tutti gli impianti meccanici ed elettrici.
Nella seconda fase sono state realizzate tutte le opere edili ed impiantistiche e, in quattordici mesi di lavoro, sono stati consegnati gli edifici, completi in ogni parte. L’esito è quello di un complesso confermato nell’identità formale e profondamente rinnovato nei contenuti: una residenza flessibile, organizzata in alloggi di diverse dimensioni, con punto di reception e controllo inserito al piano terra della palazzina su via Giordano Bruno. Qui sono stati localizzati gli uffici, la palestra, aree di soggiorno e un locale di somministrazione.
L’intervento ha previsto inoltre la sistemazione delle aree di pertinenza aperte delle palazzine ed il rifacimento dei percorsi comuni e delle parti a verde, con nuove piantumazioni arboree e arbustive.
PICCO architetti ha fortemente voluto riportare alla luce i colori originali del complesso ideati, nel progetto originale, dall’artista tedesco Erich Wiesner. Le palazzine erano infatti declinate in linguaggi diversi, secondo un piano dei colori che ha conferito al piccolo quartiere una forte identità visiva e contribuito al suo netto distacco nei confronti del tessuto urbano circostante.

Foto: Fabio Oggero.

L’operazione è stata promossa dal Fondo Abitare Sostenibile Piemonte gestito da Investire Sgr con la partecipazione del Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da Cassa Depositi e Prestiti Real Asset Sgr, della Fondazione Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT Sviluppo e Crescita, del Fondo Social & Human Purpose, Comparto A, gestito da REAM Sgr – e delle maggiori fondazioni di origine bancaria piemontesi. Il campus è gestito dal provider italiano di co-living e di housing per studenti universitari, Camplus.
La riqualificazione urbana e sociale delle palazzine dell’ex Villaggio MOI mette a disposizione dei futuri residenti un’offerta abitativa moderna ed accessibile, ricca di servizi alla persona, in una città universitaria come Torino che continua a vivere una fase di grande progettualità, grazie a diverse iniziative.
Il progetto è poi candidato a essere il volano della grande trasformazione di un’area urbana che dovrebbe vedere nei prossimi anni il sorgere del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione e il ripristino delle arcate dell’ex mercato.

Foto: Fabio Oggero.

Former Olympic Village in Turin: From Europe’s Largest Occupied Center to New Student and Social Housing
PICCO Architetti has completed the restoration, conservation, and functional redevelopment of 7 out of the 39 buildings of the former Olympic Village in Turin. This village was initially designed in 2006 based on the masterplan by German architect Otto Steidle, under the coordination of Benedetto Camerana, for the Winter Games on the area previously occupied by the Mercati Generali until 2001.
The former Olympic Village was originally conceived as a neighborhood to be integrated into the city fabric. However, its post-Olympic life revealed the complexity of “creating a new piece of city”. After the Olympic event, the three blocks of buildings were repurposed as social housing and offices for the Arpa, while others were allocated for the Torino Olympic Park offices, hostels, and some social residences. Subsequently, a portion of the complex became the site of the largest squatting occupation in Europe. Starting from this social emergency, the new residential complex became an extraordinary opportunity for urban regeneration, providing approximately 400 bed spaces.

Foto: Fabio Oggero.

PICCO Architetti’s project aimed to create a new flexible residential model, building upon Steidle’s original concept. The settlement pattern proposed by the German architect introduced an open checkerboard arrangement as an alternative to the closed block layout typical of Turin’s urban tradition. Starting from the existing arches of the former Mercati Generali, designed by Umberto Cuzzi in 1932, the 39 buildings were arranged in a way that partially closed off the front towards the city while opening up towards the hill. The plan of the former Olympic Village, therefore, created an open space between the buildings, organized along longitudinal pedestrian axes that alternated green areas with transversal pedestrian pathways connecting the buildings.

Foto: Fabio Oggero.

Six out of the seven buildings in the new student and social housing complex designed by PICCO Architetti were originally planned by Otto Steidle. Five of them (B2, D0, D2, F0, F2) had similar typological features with central layouts and a vertical distribution system organized by linear ramps and circular development of the distribution landing. The sixth building (E4), the largest one located on the street front and serving as the main entrance to the entire complex, was structured with two staircases — one serving the 2-story section above ground and the other serving the 7-story section above ground, also connected to the basement level. The seventh building (E1), on the other hand, was designed by Austrian architect Adolf Krischanitz and featured a central staircase with parallel ramps.
The first six buildings were organized with housing units ranging from studios to 4-bed spaces on all floors. The seventh building was divided into 27 studios and 14 two-bedroom apartments. In line with the open single-house typology, PICCO Architetti’s project promotes the integration of the new district into the environment and offers a variety of forms for internal communication and individuality development.

Foto: Fabio Oggero.

The restoration work, designed by PICCO Architetti with construction supervision by Studio Pession and carried out by CO.GE.FA. spa of Turin, was organized in two phases, preceded by an initial clearance of objects and furnishings left inside the premises. In the first phase, the buildings underwent a strip-out process, including the demolition of all interior partitions and the removal of all mechanical and electrical systems. In the second phase, all construction and installation works were carried out, and the buildings were handed over, fully complete. The outcome is a complex that retains its formal identity while undergoing significant renewal in terms of content — a flexible residence with units of various sizes, featuring a reception area and control point on the ground floor of the building facing Via Giordano Bruno. Here, offices, a gym, living areas, and a catering facility were located.
The project also included the improvement of the open areas surrounding the buildings and the refurbishment of common pathways and green spaces, with new tree and shrub plantings.
PICCO Architetti was keen on restoring the original colors of the complex, as conceived in the original project by German artist Erich Wiesner. The buildings were originally designed with different color schemes, following a color plan that gave the small neighborhood a strong visual identity and set it apart from the surrounding urban fabric.

Foto: Fabio Oggero.

The project was promoted by the Fondo Abitare Sostenibile Piemonte managed by Investire Sgr, with the participation of the Fondo Investimenti per l’Abitare managed by Cassa Depositi e Prestiti Real Asset Sgr, the Compagnia di San Paolo Foundation, the Fondazione CRT Sviluppo e Crescita, del Fondo Social & Human Purpose, Comparto A, managed by REAM Sgr, and the major foundations of Piedmontese banking origin. The campus is managed by Camplus, an Italian co-living and student housing provider.
The urban and social revitalization of the buildings in the former MOI Village provides future residents with modern and affordable housing, rich in personal services, in a university city like Turin that continues to experience a phase of significant development thanks to various initiatives. The project is also a candidate to be a catalyst for the major transformation of an urban area that is expected to see the emergence of the Health, Research, and Innovation Park and the restoration of the arches of the former market in the coming years.

Foto: Fabio Oggero.