Piazza XXV Aprile si configura come uno spazio morfologicamente complesso per le sue proporzioni molto allungate che lascia poco margine per interventi di caratterizzazione forte come luogo di aggregazione e socializzazione, dovendo coesistere con le esigenze di mobilità carrabile. A nord la piazza si interfaccia con il muro di confine alto 2 m e cieco di proprietà del collegio Rotondi, che delimita una lingua di terreno triangolare pressoché inutilizzata tra l’edificio della palestra dell’istituto e lo spazio pubblico. Dall’incrocio tra piazza XXV Aprile e via Roma si apre un’importante direttrice verso via Battisti e la chiesa di S. Lorenzo. A nord-est sono presenti cortine edilizie con attività commerciali e bar.

Foto: Alessandro Roncaglione. (cliccare sull’immagine per consultare la galleria fotografica)

Prima dell’intervento l’accesso carrabile era garantito da est, arrivando da via Roma; l’estremità ovest dello slargo verso il Collegio Rotondi era a doppio senso di marcia e a fondo chiuso, terminando con un ampio parcheggio. Lo spazio dedicato alla mobilità lenta era limitato ai due marciapiedi paralleli ai lati lunghi della piazza, consentendo il mero transito pedonale senza favorire l’interazione sociale e l’aggregazione. La viabilità ciclabile coesisteva con le corsie carrabili.

Planimetria. (cliccare sull’immagine per consultare la galleria fotografica)

Le scelte strategiche principali hanno riguardato la riduzione del transito veicolare a favore di un’importante pedonalizzazione dell’area con l’obiettivo di incrementare la qualità dello spazio e l’interazione sociale e di fornire un’identità alla piazza che risultava un’anonima via di passaggio.

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La viabilità lenta trova, con questa soluzione, un maggior spazio dedicato, incrementando lo spazio vivibile della città in cui lo sviluppo delle attività commerciali e delle interazioni sociali è favorito.
Il progetto ha sfruttato la pendenza naturale del lotto per creare un podio che delimita l’area della piazza verso l’adiacente strada provinciale, delineando in modo netto l’area pedonale da quella carrabile. I nuovi spazi pedonali sono organizzati in ambiti differenziati per rispondere ai diversi usi della piazza nel corso dell’anno e delle stagioni.

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Tra traffico veicolare e spazio dedicato alla piazza un’aiuola longitudinale costituisce un elemento forte di cesura tra i due ambiti. Questo segno, che asseconda le geometrie originali dello slargo, è caratterizzato da porzioni di verde piantate a erbacee perenni e graminacee, sedute articolate in modo da favorire la creazione di spazialità contenute e intime e parti pavimentate per consentire la permeabilità pedonale in senso nord-sud.

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La porzione di spazio recuperata dal Collegio Rotondi è caratterizzata da un podio polifunzionale, un elemento formato da piani posti a quote differenti che fungono da sedute, tavoli e appoggi, relazionandosi con il naturale dislivello della piazza e costruendo relazioni spaziali nuove e non consuete. La piastra integra al suo interno elementi ludici ed elementi legati ad esigenze sostanziali; una vasca d’acqua per consentire il gioco dei bambini, una fontanella punto di accesso ad una fonte di acqua potabile. Questo elemento potrà configurarsi anche come palco per eventi pubblici e piccoli concerti.

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Il fondale architettonico della piastra polifunzionale è caratterizzato da una quinta che si frappone tra il nuovo spazio pubblico e la facciata della palestra del collegio Rotondi per mitigarne l’impatto volumetrico complessivo.

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Tutta la pavimentazione è realizzata con materiali lapidei nazionali con varie pezzature e orientamenti. I differenti ambiti di utilizzo dello spazio sono sottolineati da diversi pattern del materiale.
Il nuovo spazio urbano si presta, così, a una molteplicità di utilizzi e configurazioni. Uno spazio progettato nell’ottica di trasformare uno slargo viario di percorrenza in una piazza che sia vissuta e dinamica durante tutto l’anno.

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