Il nuovo edificio si inserisce in un vuoto interno alla città storica di Roma, in un contesto urbano di espansione otto-novecentesca tra via di Porta Cavalleggeri e via delle Fornaci.

Foto: Luca Petrassi. (cliccare sull’immagine per consultare la galleria fotografica)

Il tema progettuale prevedeva la realizzazione di una nuova residenza collettiva, per una comunità di 15 religiosi, con al suo interno, oltre agli spazi individuali, una serie di spazi per la vita collettiva e la preghiera. Disponendo di una cubatura ridotta, rispetto al contesto urbano, il progetto è stato impostato a partire da un principio insediativo lineare che nasce dall’intenzione di completare il fronte urbano su via della stazione di S. Pietro.

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Se da un lato il linguaggio architettonico conferma il carattere compatto della città in cui si inserisce l’edificio, dall’altro l’idea di frammento e la composizione planimetrica mettono in luce la contraddizione generatrice del progetto.

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La composizione parte dalla definizione di un sistema seriale lineare, l’innesto trasversale del volume della cappella privata determina un’inversione tipologica nell’edificio e una variazione gerarchica nella ripetizione delle campate strutturali. Gli spazi per la vita collettiva della Congregazione sono rivolti al giardino interno, mentre gli spazi distributivi e gli accessi sono posizionati sul fronte strada.

Fronti ovest ed est, pianta del piano terra. (cliccare sull’immagine per consultare la galleria fotografica)

Nel punto in cui avviene l’intersezione dei due volumi i prospetti subiscono una smaterializzazione dei due fronti che permette di oltrepassare con lo sguardo l’edificio.

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La composizione dei prospetti esplicita il rapporto tra serialità ed eccezione che diviene nucleo fondativo del progetto. La rotazione del vano scala rispetto alla campata strutturale definisce la spazialità a doppia altezza dell’atrio concepito come spazio aperto interno all’edificio delimitato dalla facciata interna della cappella.

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Con questo progetto abbiamo indagato il tema della misura ovvero le modalità attraverso cui un sistema di misurazione dello spazio urbano, tradotto nella forma architettonica, determina la trasformazione di un frammento di città in rapporto alla scala dell’intervento.

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