Lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma presenta alla X edizione del festival fotografico ColornoPhotoLife – in programma, dal 18 al 20 ottobre (con esposizioni aperte fino al 3 novembre), presso la Reggia di Colorno (Parma) – la mostra Luigi Ghirri, Giovanni Chiaramonte. Ultima bellezza.

Luigi Ghirri, Museo Boldini in Palazzo Massari, Ferrara (serie “Viaggio dentro un antico labirinto”), 1986 (stampa Arrigo Ghi 1991), C-print 198 x 250 mm.
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La rassegna, a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta, illustrerà al pubblico, negli spazi del piano nobile della Reggia, una selezione di fotografie di Luigi Ghirri e Giovanni Chiaramonte conservate presso gli archivi dello CSAC.

Luigi Ghirri, Lago di Braies, Bolzano (serie “Viaggio dentro un antico labirinto”), 1988 (stampa Arrigo Ghi 1991), C-print 190 x 235 mm.
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Rispetto a L’effimero e L’eterno, il tema prescelto dal festival, Luigi Ghirri, Giovanni Chiaramonte. Ultima bellezza “vuole mettere in luce un aspetto specifico di un importante capitolo della nostra fotografia di paesaggio, che tra la fine del Novecento e l’inizio del nuovo secolo ha ravvivato la percezione dei beni culturali, introducendo uno sguardo contemporaneo sui monumenti, sull’arte, sul naturale”.

Luigi Ghirri, La casa di Lazzaro Spallanzani, Scandiano, Modena (serie “Viaggio dentro un antico labirinto”), 1985 (stampa Arrigo Ghi 1990), C-print 200 x 270 mm.
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Alla mostra, nella sezione dedicata a Luigi Ghirri, intitolata Il labirinto e la sua mappa, sarà esposta per la prima volta in pubblico un’ampia selezione di stampe scelte da Ghirri, nel 1991, per il volume Viaggio dentro un antico labirinto, insieme ad alcune stampe facenti parte della grande rassegna antologica Vera fotografia, realizzata nel 1970.

Luigi Ghirri, Casale Monferrato, Alessandria (serie “Viaggio dentro un antico labirinto”), 1985 (stampa Arrigo Ghi 1991), C-print 168 x 250 mm.
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Il percorso espositivo termina con la sezione dedicata al lavoro di Giovanni Chiaramonte, una piccola rassegna di fotografie scattate dopo il terremoto del 2012, che colpì la bassa modenese, in cui il fotografo testimonia il “rapporto tra gli abitanti e un ambiente improvvisamente divenuto ostile e catastrofico”.
Si tratta di un’occasione unica “per riflettere sul nostro paesaggio, sulla bellezza e il sublime e, allo stesso tempo, per tornare sui passi che Chiaramonte, altro grande attore di quella stagione, aveva percorso con l’amico Luigi Ghirri, scomparso vent’anni prima. Due episodi lontani qualche decennio, quindi, ma su un percorso unitario”.

Giovanni Chiaramonte, senza titolo (dalla serie “Interno perduto. L’immanenza del terremoto”), 2012, stampa inkjet a colori 530 x 870 mm.
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Completano la mostra due incontri: il primo, con Franco Guerzoni e Paolo Barbaro, per parlare dei loro viaggi con Luigi Ghirri, e, il secondo, una conferenza di Giovanni Chiaramonte sulla fotografia di paesaggio.

Giovanni Chiaramonte, senza titolo (dalla serie “Interno perduto. L’immanenza del terremoto”), 2012, stampa inkjet a colori 530 x 870 mm.
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