Si inaugura il 12 febbraio, presso la Galleria nazionale dello Jeu de Paume di Parigi, una grande mostra antologica – la prima retrospettiva di questo livello fuori dall’Italia – dedicata all’opera fotografica di Luigi Ghirri (1943-1992). Il focus dell’esposizione, che porta come sottotitolo Cartes et territoires (mappe e territori), è centrato sulla produzione degli anni Settanta di Ghirri.

Luigi Ghirri, Salzburg, 1977. Collection privée. Courtesy Matthew Marks Gallery ©Succession Luigi Ghirri.

Si tratta di un decennio molto importante, e per molti versi decisivo, nella carriera del grande fotografo emiliano, che segna l’inizio della sua attività artistica (iniziata in maniera amatoriale nei fine settimana, per poi sfociare, a partire dal 1974, in lavoro a tutti gli effetti), le sue primissime e celebri ricerche fotografiche (Paesaggi di cartone; Colazione sull’erba; Km 0.250; Atlante; Vedute; Kodachrome; e tante altre) e i pronti riconoscimenti nazionali e internazionali, giunti attraverso premi, volumi stampati ed esposizioni, tra i quali la sua prima mostra antologica intitolata Vera Fotografia, tenutasi nel 1979 presso la sede espositiva dell’Università di Parma.

Luigi Ghirri, Orbetello, 1974 ©Succession Luigi Ghirri.

L’esposizione parigina riprende la cartografia poetica della storica mostra organizzata in 14 sequenze narrative, presentando al pubblico il meglio della ricca produzione fotografica degli anni Settanta di Luigi Ghirri, attraverso 15 “capitoli” tematici: Fotografie del periodo iniziale, 1970-72; Paesaggi di cartone, 1970-73; Kodachrome, 1970-78; Colazione sull’erba, 1972-74; Diaframma 11, 1/125, luce naturale, 1970-79; Catalogo, 1970-79; Italia ailati, 1971-79; Atlante, 1973; Vedute, 1970-79; Il paese dei balocchi, 1972-79; Still-Life, 1975-79; Identikit, 1976-79; Il libro Kodachrome, 1978; Infinito, 1974; In scala, 1977-78.

Luigi Ghirri, Marina di Ravenna, 1972. Bibliothèque nationale de France ©Succession Luigi Ghirri.

Un grande ed esaustivo riconoscimento internazionale al fotografo che ha reso celebre la provincia italiana, e che, tra l’altro, scriveva: “Mi interessava (e mi interessa) l’architettura effimera, il mondo della provincia, gli oggetti che tutti definiscono kitsch che per me non lo sono mai stati, oggetti carichi di desideri, di sogni, di memorie collettive. E gli altri miei soggetti di sempre: finestre, specchi, stelle, palme, e gli atlanti, i mappamondi, i libri, i musei, le immagini e le persone attraverso le immagini. Fotografie che hanno una presenza fisica ma anche una presenza meno tangibile (dal catalogo Niente di antico sotto il sole-scritti e immagini per un’autobiografia, SEI-Società Editrice Internazionale, Torino, 1997, a cura di Paolo Costantini e Giovanni Chiaramonte).

Luigi Ghirri, Modena, 1973. CSAC, Università di Parma ©Succession Luigi Ghirri.

Inoltre: “Nelle ‘mie’ foto i soggetti sono quelli di tutti i giorni, appartengono al nostro campo visivo abituale: sono immagini insomma di cui siamo abituati a fruire passivamente; isolate dal contesto abituale della realtà circostante, riproposte fotograficamente in un discorso diverso, queste immagini si rivelano cariche di un significato nuovo.
Ne possiamo allora fruire attivamente, cioè ne possiamo iniziare una lettura critica.
Per questo mi interessa soprattutto il paesaggio urbano, la periferia, perché è la realtà che devo vivere quotidianamente, che conosco meglio e che quindi meglio posso riproporre come ‘nuovo paesaggio’ per un’analisi critica continua e sistematica.
Per questo mi piacciono molto i viaggi sull’atlante, per questo mi piacciono ancora di più i viaggi domenicali minimi, nel raggio di tre chilometri da casa mia” (da Niente di antico sotto il sole-scritti e immagini per un’autobiografia, op. cit.).

Luigi Ghirri, Rimini, 1977 ©Succession Luigi Ghirri.

La mostra è stata organizzata dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, in collaborazione con lo Jeu de Paume di Parigi e il Museo Folkwang di Essen.