Il nuovo polo di innovazione tecnica per la Ferrero, dopo essere stato ultimato, è oggi a pieno regime con tutte le varie attività insediate. Il Ferrero Technical Center, progettato da Frigerio Design Group, rappresenta la nuova frontiera dell’architettura industriale, pensata nel nome della qualità totale per rispondere ai principi della manifattura 4.0 puntando a una produzione automatizzata e interconnessa, con una reciprocità tra uomo e macchina, in relazione con il suo ecosistema. La tecnologia, presente in ogni aspetto del nuovo Polo, non è mai ostentata, ma sempre integrata armoniosamente in un’architettura riconoscibile e rassicurante, dove far convergere l’identità aziendale, la storia e il know-how del gruppo.

Foto: Enrico Cano.

Frutto di un concorso ad inviti indetto nel 2017, nasce dall’esigenza di riunire e rendere complementari e interconnesse le attività di engineering dell’azienda, in particolare quelle destinate alla progettazione dei nuovi impianti di produzione, con l’officina dove gli stessi vengono preassemblati e testati: un know-how preziosissimo, che l’azienda ha voluto nella sede di Alba, città intrinsecamente legata alla sua storia.

Foto: Enrico Cano.

Seguendo il suo approccio della slow architecture, improntato allo sviluppo di progetti dalla ridotta impronta ecologica, che vivono nel tempo e traggono dal contesto le risorse per la loro stessa definizione, Frigerio Design Group ha dato vita a un’architettura iconica e rassicurante costruita proprio a partire dal contesto naturale e in empatia con lo stesso, che si integra nell’ambiente circostante e crea relazioni con gli elementi più caratteristici del paesaggio delle Langhe, dichiarato Patrimonio Mondiale Unesco. Proprio ad Alba ha sede anche il più grande stabilimento italiano di Ferrero. Lo studio approfondito del luogo, oltre a elementi quali il legame con il territorio, la natura e i suoi colori hanno ispirato il progetto architettonico di Frigerio Design Group, che li reinterpreta attraverso geometrie astratte nelle tonalità calde di un paesaggio autunnale.

Pianta del primo piano.

Capace di affiancare le funzioni direzionali a quelle operative, il nuovo polo, un edificio bioclimatico e nZEB (nearly Zero Energy Building) si estende su 12.700 mq e ospita oltre 200 dipendenti. Un’architettura semplice e lineare che cela alla vista impianti e parti tecniche; dove il volume compatto massimizza tutti gli apporti passivi e limita le risorse per la sua gestione e manutenzione, ospitando nella parte inferiore le aree destinate alla produzione e in quella superiore gli uffici. La convivenza delle diverse funzioni si esprime attraverso superfici cieche in basso e trasparenti in alto. Sicurezza e comfort sensoriale sono i valori su cui si sviluppa l’intera architettura.

Foto: Studio Campo.

Il progetto architettonico
Tra terra e cielo, opacità e trasparenze sono studiate per enfatizzare le funzioni definendo un’architettura iconica: le aree destinate agli uffici si caratterizzano per le facciate trasparenti, mentre quelle che ospitano officina e impianti, ai piani inferiori, sono nascoste alla vista.
L’obiettivo primario del progetto del Ferrero Technical Center è stato quello di dare la giusta accoglienza a funzioni distinte, ma strettamente connesse: l’officina per la produzione dei macchinari destinati agli stabilimenti Ferrero, collocata al piano terra insieme a tutte le attività connesse alla loro progettazione; mentre la quasi totalità del livello superiore è destinata a differenti tipologie di uffici, direzionali e operativi, oltre che a spazi di lavoro, sale meeting e aree a disposizione del personale.
La grande hall di ingresso a tutt’altezza, interamente vetrata, dedicata all’accesso dei dipendenti e all’accoglienza dei visitatori, concentra in un unico spazio la percezione di tutto il mondo Ferrero ospitato nell’edificio. Al suo interno una scenografica scala metallica in un colore rosso vibrante attraversa il volume come una sorta di “passeggiata sospesa” e offre a chi la percorre una prima vista su alcune delle attività nel cuore dell’edificio: sulla tripla altezza della hall si affacciano infatti le ampie vetrate dei mezzanini, locali che ospitano zone sperimentali, sale riunioni, uffici per i consulenti, un’area relax e gli spogliatoi per il personale.

Dettaglio del fronte sud (prospetto, pianta e sezione).
Legenda: 1. Frangisole con palette elissoidali fisse in alluminio anodizzato estruso verniciate a polveri RAL9002; 2. Facciata continua vetrata con specchiature fisse ed apribili, montanti e traversi composti da profilati estrusi in lega di alluminio, verniciati a polveri RAL 9002; 3. Pavimento sopraelevato, in pannelli di solfato di calcio ad alta densità (dim mm 600 x 600 x 30 mm), finitura in Linoleum/Bamboo; 4. Griglie di aerazione in lamelle di acciaio zincato pressopiegato, verniciate a polveri come i pannelli di facciata su cui insistono; 5. Branchia costituita da cellule di facciata continua con specchiature vetrate fisse ed apribili in profilati di alluminio estrusi prevernicati RAL 9002; 6. Pannelli sandwich di facciata fonoassorbenti e fonoisolanti in fibra minerale sp 150 mm con fissaggio nascosto e finitura esterna in lamiera d’acciaio preverniciata con finitura diamantata colori RAL 2000, 2001, 1004, 3013, lato interno RAL 9002; 7. Baraccatura di facciata arcareccio metallico preverniciato RAL 9002; 8. Zoccolatura edificio in pietra di porfido di Albiano sp 3cm  con superfici in vista a spacco e coste a filo sega, posato a colla su isolante in Stiferite sp.6 cm.

Tutte le parti tecniche e gli impianti sono integrati nelle facciate o celati all’interno del Mezzanino, che connette con i suoi 3.300 mq progettazione e produzione. La struttura è completata da una copertura piana e aggettante che sporge a sud con una leggera pensilina con un frangisole realizzato con pale a sezione ellittica, a protezione delle vetrate degli uffici dai raggi solari.
L’officina di 3.500 mq, con la sua ampia campata di 25 m e la sua lunghezza di oltre 100 m, ospita il montaggio dei macchinari. Una pianta regolare, essenziale, con strutture a vista di colore bianco, dove le lavorazioni e gli impianti architettonicamente integrati sono lasciati a vista. Aperture nelle facciate catturano la luce naturale e l’aria proteggendo dall’irraggiamento diretto del sole, reinterpretando il tipico shed industriale che qui – per la stratificazione delle funzioni dell’edificio – non poteva essere riproposto: l’architetto Enrico Frigerio le definisce “branchie”, veri e propri elementi che permettono all’edificio di respirare. I pannelli di tamponamento che racchiudono il volume industriale sono dotati di faccia interna microforata e fonoassorbente, al fine di migliorare la qualità degli ambienti e contenere l’inquinamento acustico verso l’esterno.

Foto: Studio Campo.

Gli uffici
Comfort working: queste sono le parole chiave utilizzate dall’architetto per sintetizzare il progetto per gli uffici, con spazi emozionali, dove i cinque sensi sono stimolati alla ricerca del giusto comfort. I materiali e i colori riproducono la natura che circonda l’edificio, rendendo gli uffici un vero e proprio “landscape in quota”. Una serie di patii verdi, denominati dall’architetto “giardini volanti”, sono stati inseriti al centro del grande open space per assolvere funzione bioclimatica, acustica ed estetica, e assicurare così una migliore qualità sensoriale e un’illuminazione naturale; e permettendo al tempo stesso di integrare nella vita lavorativa momenti di relax e incontro, avvicinando la natura interna a quella esterna, anche grazie alla grande apertura sul paesaggio. Gli spazi ufficio, collocati all’ultimo piano, si estendono su un open space di 4.100 mq che ospita sale meeting, spazi privati e aree relax, permettendo ai lavoratori di utilizzare postazioni ergonomiche che sono proiettate sul panorama paesaggistico. Gli spazi sono caratterizzati da vetrate e aperture modulari, continue e trasparenti, con pochi elementi fissi e geometrie coordinate che offrono massima flessibilità.

Foto: Studio Campo.

Tra le scelte dell’architetto Frigerio c’è stata anche quella di togliere dalle singole postazioni i cestini per la carta creando un processo virtuoso di raccolta centralizzata differenziata che ha coinvolto attivamente i dipendenti avviando così una riflessione più ampia che facilita il riciclo. Il progetto di interior si sviluppa a partire dall’elemento chiave del colore verde, presente in tre diverse gradazioni: sulle pavimentazioni in linoleum, alternato al legno di bambù, e nella successione di giardini aperti e sospesi legati dal richiamo alle materie prime della produzione Ferrero. Pensati da Frigerio Design Group per rispondere alle esigenze dell’uomo e al suo comfort, gli spazi assorbono luce naturale e aria e sono stati studiati guardando ai benefici della biofilia, utilizzando il verde anche come sistema per la regolazione del microclima e inserendo piante di caffè, noccioli e melograni. Il progetto ha dato vita a un “paesaggio” di spazi interni ed esterni dove lavorare e incontrarsi, e dove la sostenibilità è al servizio della progettazione di un ambiente di lavoro in grado di garantire il massimo comfort e il benessere delle persone che lo vivono.

Foto: Studio Campo.

Sostenibilità ambientale
L’edificio, bioclimatico e nZEB (nearly Zero Energy Building), è stato sviluppato per ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica.
Il volume è compatto, realizzato con materiali industriali, in prevalenza montati a secco: massimizza tutti gli apporti passivi (luce, aria e soleggiamento) e limita al minimo le risorse per la gestione e la manutenzione, contribuendo al tempo stesso a un’identità chiara e definita. Un impianto fotovoltaico sulla copertura garantisce una produzione di energia pari a 300 kW di picco. Grazie ad aperture contrapposte, nelle mezze stagioni gli ambienti potranno essere ventilati naturalmente. Gli uffici sono climatizzati con dei sistemi radianti a soffitto che funzionano a 40° rispetto ai canonici 70°, e svolgono anche la funzione fonoassorbente per il controllo acustico degli ambienti. I parcheggi esterni garantiscono il controllo dell’inquinamento luminoso grazie ad un sistema smart, che ne controlla l’accensione solo in presenza di traffico.

Foto: Studio Campo.