Il patrimonio edilizio del nostro Paese è costituito prevalentemente da edifici realizzati nel secondo dopoguerra e più di metà delle nostre abitazioni risalgono agli anni precedenti il 1970. Il nostro patrimonio costruito tende spesso all’incuria e sempre più edifici entrano in un ciclo di obsolescenza crescente. La fotografia dello stato attuale del patrimonio edilizio italiano pone principalmente l’attenzione sulle problematiche legate alla scarsa efficienza energetica degli edifici; risale infatti al 1977 la prima legge in tema di risparmio energetico, che non poneva alcuna attenzione agli aspetti di efficienza energetica e della coibentazione degli involucri edilizi. Solo negli ultimi anni la ristrutturazione del patrimonio costruito ha compiuto piccoli passi grazie ai bonus fiscali riconosciuti ai proprietari di abitazioni interessate da lavori di ristrutturazione e miglioramento delle prestazioni energetiche.

Oggi, il Decreto Rilancio 34/2020 prevede l’agevolazione chiamata Superbonus, che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute per specifici interventi di efficienza energetica, riduzione del rischio sismico e installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.
Per ottenere il Superbonus 110% tra i vari interventi agevolabili vi è l’obbligo di raggiungere un miglioramento minimo delle prestazioni di due classi energetiche, miglioramento che può essere ottenuto puntando alla realizzazione di interventi di isolamento termico degli involucri edilizi (come ad esempio l’installazione del cappotto termico). Il Decreto Rilancio, per la prima volta nell’edilizia privata, richiede inoltre di utilizzare materiali conformi ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) del D.M. 11 ottobre 2017, ossia materiali contenenti specifiche percentuali di materia prima seconda riciclata che rispondano ai princìpi dell’economia circolare.

Tutti i componenti del sistema TERRACOAT®.

Per far fronte alle richieste del Decreto Rilancio e permettere l’accesso alle detrazioni fiscali del Superbonus 110% negli interventi di efficientamento energetico, Terreal Italia propone il prodotto TERRACOAT® 110 (evoluzione del prodotto TERRACOAT®) per realizzare differenti interventi di riqualificazione dell’involucro (interventi trainanti e trainati) previsti dal Decreto Rilancio 34/2020 all’art. 119 o interventi di nuova costruzione.

Il prodotto è un pannello prefabbricato per l’isolamento termico degli edifici, assemblato nello stabilimento di Noale di Terreal Italia e si compone di uno strato di EPS con grafite e listelli di terracotta faccia a vista; il pannello garantisce una coibentazione dell’involucro edilizio grazie all’unione dell’EPS con grafite, che consente di realizzare spessori ridotti di isolamento ad elevate prestazioni grazie alla minor conducibilità termica, e ai listelli in terracotta, che conferiscono al cappotto una maggiore inerzia termica.

Due pannelli piani, di diverse tonalità, uniti tra di loro.

I due strati sono uniti saldamente in un unico corpo dal peso limitato (circa 17,4 kg) e dalle dimensioni ridotte (0,54 mq per pannello), che può essere facilmente trasportato, stoccato, movimentato in cantiere e messo in opera durante la fase di installazione.
La messa in opera del pannello avviene dopo aver fissato un profilo metallico di partenza lungo la base della parete su cui verrà applicato il sistema di rivestimento; successivamente si posizionano i pannelli mediante l’applicazione sul retro e sul profilo metallico di schiuma poliuretanica.
I pannelli sono poi fissati ulteriormente tra loro sfruttando l’incastro dei profili “a pettine” e alla parete mediante viti con tasselli (spinte nella muratura fino alla testa per eliminare possibili ponti termici).

Pannello ad angolo.

Al termine dell’installazione si procede alla fugatura dei giunti orizzontali e verticali mediante malta FM 50 TC, alla stilatura e alla spazzolatura, come da progetto.
La prefabbricazione dei pannelli e i lati “a pettine”, che garantiscono un incastro guidato e una corretta sovrapposizione, non comporta solo velocità di posa e facilità di installazione, ma anche una riduzione degli impatti ambientali associati alla fase di installazione e di uso nella valutazione del ciclo di vita dell’edificio.
La possibilità di utilizzare un pannello prefabbricato comporta infatti la riduzione di tagli e sfridi in cantiere e quindi la produzione di un quantitativo minore di rifiuti rispetto ad un cantiere tradizionale. La riduzione dei rifiuti porta di conseguenza a una diminuzione dei potenziali carichi ambientali, legati alla riduzione dei trasporti verso lo smaltimento e al minor quantitativo di materiale da smaltire giunto al termine della sua vita utile.

L’edificio realizzato a Treviglio con l’ausilio dei pannelli TERRACOAT®.

Il peso ridotto consente invece una facilità di posa che permette una riduzione dei tempi di installazione e un conseguente abbassamento dei costi.
A Treviglio, 135 mq di pannelli TERRACOAT® sono stati installati per la realizzazione dell’involucro dell’edificio ospitante il supermercato ALDI, richiedendo in totale circa 11 giorni per la messa in opera completa del sistema di facciata (dall’11 al 22 maggio 2020). L’impiego dei pannelli dal peso ridotto consente anche un decremento degli impatti ambientali durante la fase di trasporto del prodotto dal rivenditore al cantiere; infatti, grazie alla possibilità di caricare gli autocarri con più pannelli e compiere meno viaggi verso il cantiere si riducono i potenziali carichi ambientali associati ai trasporti in sito.

Dettaglio di una facciata dell’edificio di Treviglio.

Dettaglio di una facciata dell’edificio di Treviglio.

La diminuzione degli impatti ambientali associati alla fase di uso del ciclo di vita dell’edificio è legata prevalentemente alla riduzione dei consumi energetici grazie alla coibentazione termica dei pannelli e alla riduzione delle dispersioni termiche. Inoltre, la durabilità del prodotto, che non richiede manutenzione durante la sua vita utile, non comporta il consumo di risorse (come acqua ed energia) e di materie prime (per la produzione di materiali sostitutivi) e quindi una diminuzione di potenziali emissioni inquinanti.

La strada verso la riqualificazione completa del patrimonio costruito italiano è ancora lunga. Per riuscire ad attuare questo percorso è necessario una chiara politica nazionale e un’attenta gestione strategica del processo, in modo che i riferimenti legislativi non siano un ostacolo, ma stimolo per una nuova edilizia capace di riqualificare il nostro patrimonio e di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti fissati dall’Unione Europea per il 2030.