Un premio per la qualità architettonica nelle terre alte
La Comunità Montana di Valle Camonica, nell’ambito del “Festival all’insù” – sostenuto dal Festival Architettura – Edizione 3, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura – ha presentato i risultati del premio “Abitare minimo in montagna”.
Ideato e organizzato dalla Comunità Montana di Valle Camonica, insieme a diversi partner territoriali e internazionali, il premio si è affermato come importante occasione di confronto e approfondimento sull’architettura contemporanea nei territori interni e montani. Dopo l’esperienza del premio Architettura Minima nelle Alpi”, l’iniziativa ha ampliato nel 2025 il proprio campo d’azione, estendendolo a tutte le aree montane italiane, con l’unico vincolo altimetrico dei 600 metri sul livello del mare. Ne è scaturito un panorama eterogeneo di proposte progettuali, che coniugano qualità, sostenibilità e dialogo con il paesaggio.
Spluga Climbing Gym, Campodolcino (Sondrio), di ES-arch enricoscaramelliniarchitetto. Foto: Marcello Mariana.
Presentato a Breno, in apertura del “Festival all’insù” (Valle Camonica, dal 4 al 12 aprile 2025), curato da Giorgio Azzoni, il premio si articola in due sezioni.
La prima, dedicata all’architettura minima, comprende interventi che modificano, anche parzialmente, l’aspetto esterno di edifici esistenti: piccoli volumi di ampliamento, ricostruzioni e aggiunte, intesi come elementi in grado di stabilire una stretta relazione tra le parti. L’accezione di “minimo” non rimanda a una riduzione semplificata, ma a una misura progettuale capace di rinnovare il costruito con rispetto, precisione e consapevolezza. L’attenzione si concentra sulla qualità dell’innesto, sull’uso appropriato dei materiali e su un linguaggio architettonico capace di generare senso, anche attraverso interventi di scala contenuta.
La seconda sezione, dedicata agli interni, si rivolge a trasformazioni operate esclusivamente all’interno dei volumi originari, senza alterazioni sostanziali dell’involucro esterno. Anche in questo caso, la qualità progettuale è ricercata nella relazione tra nuovo e preesistente, nella misura degli spazi, nella cura dei dettagli.
Intersezioni: la scatola nel convento, Prazzo (Cuneo), di Dario Castellino.
Le opere sono state selezionate da una giuria composta da Dario Costi (presidente), Giorgio Azzoni, Carla Bartolomucci, Antonio De Rossi e Federica Visconti, che ha valutato il rapporto tra risorse impiegate e qualità ottenuta, il dialogo tra nuovo ed esistente, la capacità rigenerativa dei progetti e la loro sostenibilità ambientale e sociale. Delle quarantadue opere partecipanti, diciotto sono state premiate o menzionate. Tutte sono parte di una mostra itinerante che, dopo la Valle Camonica, sarà ospitata in sedi culturali in Svizzera, Slovenia e Germania, contribuendo alla diffusione internazionale di pratiche architettoniche virtuose e contestuali.
Spluga Climbing Gym, Campodolcino (Sondrio), di ES-arch enricoscaramelliniarchitetto. Foto: Marcello Mariana.
Per la sezione “Architettura minima”, il premio è stato assegnato a Spluga Climbing Gym, un ampliamento di palestra a Campodolcino (Sondrio) progettato da Enrico Scaramellini e Daniele Bonetti dello studio ES-arch enricoscaramelliniarchitetto (qui il progetto pubblicato su weArch). In un contesto che non spicca per qualità architettonica, l’ampliamento della palestra diventa occasione per ridefinire il rapporto con il paesaggio alpino. Il nuovo volume, dalla forma poligonale e con copertura inclinata, si distingue per una superficie sfaccettata che dialoga con la luce e con l’ambiente naturale circostante. L’involucro in calcestruzzo pigmentato, trattato con diverse sabbiature, conferisce all’intervento una forte presenza plastica e al tempo stesso una sensibilità materica che ne favorisce l’integrazione nel contesto.
Spluga Climbing Gym, Campodolcino (Sondrio), di ES-arch enricoscaramelliniarchitetto. Foto: Marcello Mariana.
Due menzioni speciali hanno riconosciuto la qualità della Ricostruzione del bivacco Oreste Bossi – Andrea Filippi (Valtournenche, Colle del Breuil, Aosta) di Stefano Girodo e Roberto Dini, per l’efficacia di un processo collettivo in alta quota che ha portato alla sostituzione dell’obsoleto rifugio con una cellula essenziale, ecologica e replicabile, e di Casa G (Palazzolo Acreide, Siracusa) di Gianfranco Gianfriddo, per la capacità di ampliare e riqualificare una casa rurale preesistente, utilizzando il dislivello naturale del terreno e definendo con sensibilità il rapporto tra antico e nuovo.
Ricostruzione del bivacco Oreste Bossi – Andrea Filippi, Valtournenche (Aosta), di Stefano Girodo e Roberto Dini. Foto: Simone Bobbio.
I nove progetti menzionati nella stessa sezione sono: Casa a Lottano (Sondrio) di Emanuele Scaramellini; Casa sull’Etna (Pedara, Catania) di TUTTIARCHITETTI; Le grotte del vino (Cairano, Avellino) di Federico Verderosa; Il fienile salvato (Chiesa in Valmalenco, Sondrio) di Filippo Valaperta; Ca’ Inua (Marzabotto, Bologna) di Ciclostile Architettura; Bus Stop! Corporate Design (Sesto, Bolzano) di Plasma Studio; Visibile/Invisibile (Paluzza, Udine) di Federico Mentil (qui, su weArch); Cappella Farnocchia (Stazzema, Lucca) dello studio Grazzini Tonazzini Colombo; Ostello al Curò (Valbondione, Bergamo) di PBeB – Paolo Belloni Architetti.
Ca’ Inua, Marzabotto (Bologna), di Ciclostile Architettura.
Nella sezione “Architettura minima degli interni”, il premio è stato conferito all’opera Intersezioni: la scatola nel convento, a Prazzo (Cuneo), progetto di Dario Castellino. All’interno di un ex edificio religioso nella borgata di Maddalena, in Valle Maira, l’inserimento di una cellula abitativa in legno dà nuova vita a un volume storico conservato. L’intervento, reversibile e contenuto, sceglie di non occupare l’intero spazio, valorizzando così le tracce murarie esistenti e instaurando un rapporto di equilibrio tra antico e nuovo. Ne risulta un interno misurato e silenzioso, in cui la dimensione domestica si intreccia con la memoria del luogo.
Intersezioni: la scatola nel convento, Prazzo (Cuneo), di Dario Castellino.
Le due menzioni speciali sono andate a Casera Gianin (Coi di Zoldo, Belluno) di Clinicaurbana, per la perizia tecnica e l’uso sapiente degli spazi minimi, e a Eremo_Rifugio dell’anima (Calitri, Avellino), realizzato dal raggruppamento denominato +tstudio, per l’uso di materiali locali e un rapporto profondo con il paesaggio appenninico.
Casera Gianin, Coi di Zoldo (Belluno) di Clinicaurbana.
Completano la selezione altre tre opere menzionate: Ri-scrittura (Paluzza, Timau, Udine) di Federico Mentil, Il buen retiro (Palazzolo Acreide, Siracusa) di Bruno Messina e Francesco Infantino, e La baita – Abitare un rudere (Frassinetto, Torino) dello studioata.
Ri-scrittura, Timau, Paluzza, (Udine), di Federico Mentil.
Minimal Living in the Mountains
An architecture award for quality in Italy’s highlands
The first national edition of the “Abitare minimo in montagna” (Minimal Living in the Mountain) award was launched as part of the 2025 “Festival all’insù” in Valle Camonica. Promoted by Comunità Montana di Valle Camonica with support from the Italian Ministry of Culture, the award highlights small-scale, high-quality architecture in mountain areas above 600 meters. Divided into two sections—minimal architecture and minimal interior architecture—the award recognized 18 projects among the 42 published in the official catalogue. The jury, composed of Dario Costi, Giorgio Azzoni, Carla Bartolomucci, Antonio De Rossi and Federica Visconti, selected works for their sensitivity to context, resource efficiency, and regenerative potential. Winning entries include Spluga Climbing Gym by ES-arch enricoscaramelliniarchitetto and Intersezioni by Dario Castellino, alongside several mentions that explore innovative ways of reusing and adapting existing structures. All selected projects are part of a travelling exhibition in Italy and abroad.