Vista dall’isola di Sacca Sessola verso Venezia (© CZ Studio Associati).

Quest’anno il XV Premio Architettura Città di Oderzo, dedicato alle realizzazioni architettoniche altamente significative del Triveneto, e finalizzato a segnalare e divulgare opere rispettose del patrimonio storico e naturale che innalzano la qualità di vita dei territori, è stato assegnato al progetto di uno spazio aperto: il giardino di Sacca Sessola a Venezia, progettato da CZ Studio Associati – Paolo Ceccon e Laura Zampieri nel 2015 e che nel frattempo ha raggiunto una fase di crescita delle opere a verde tale da rendere apprezzabili scelte compositive e atmosfere.
Sacca Sessola è una delle isole artificiali più recenti della laguna veneziana. Sedici ettari, di cui solo uno edificato. Qui il paesaggio (d’acqua e di verde) è il protagonista e torna a esserlo grazie alla sensibilità della proposta progettuale.

Il parco formale – i percorsi riqualificati (© Marco Zanta).

Questa la motivazione del premio formulata dalla Giuria, che sottolinea i pregi oggettivi del progetto, ma anche le virtuose dinamiche immateriali che esso ha saputo innescare: “Il paesaggio torna all’architettura. Il progetto di Paolo Ceccon e Laura Zampieri, per la riqualificazione degli spazi aperti dell’isola di Sacca Sessola nella laguna veneziana, improntato a una profonda consapevolezza dei luoghi, usa strumenti squisitamente architettonici per restituire identità ai luoghi d’intervento. L’architettura ritrova la sua ragion d’essere occupandosi di nuovo degli spazi liberi tra le costruzioni, delle infrastrutture per la mobilità, ma anche ridando pari dignità a un giardino storico così come a orti e giardini destinati alla produzione. In questa maniera una vecchia e obsoleta struttura ospedaliera torna a nuova vita con una funzione turistico-ricettiva, ma anche con spazi di uso pubblico aperti a tutti. Un progetto, infine, che cerca di ridare un senso al lavoro dell’architetto prendendosi cura di un luogo abbandonato per donarlo di nuovo agli uomini del nostro tempo dimostrando che la distanza tra architettura e paesaggio è solo strumentale e ideologica, ma difatti sono la stessa cosa e hanno lo stesso obiettivo: fare vivere meglio gli uomini”.

Il collegamento con il nuovo parco – i nuovi percorsi in pietra (© Marco Zanta).

Genesi e storia dell’isola   Sacca Sessola, chiamata anche “Isola delle Rose”, è un’isola artificiale, realizzata nel 1870 nella parte meridionale della laguna di Venezia, con il materiale degli scavi effettuati per il porto commerciale di Santa Marta. Il toponimo deriva dal sostantivo “sacca”, che significa proprio isola artificiale e dalla parola “sessola”, tipico strumento veneziano per l’eliminazione dell’acqua dalle imbarcazioni, di cui l’isola richiama la forma.
L’isola viene in un primo periodo destinata a deposito di combustibili e quindi convertita, tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, ad uso ospedaliero, per ricoverare i malati contagiosi. Estese aree sono sistemate per le attività agricole destinate all’approvvigionamento alimentare, con orti e vigneti.
Dopo l’epidemia di colera del 1911, viene realizzato un sanatorio (l’Ospedale di San Marco) per la cura della tubercolosi polmonare. In seguito, l’area si trasforma con la progressiva edificazione di padiglioni, servizi e strutture e, attorno ad essi, un grande parco.
La dismissione delle attività ospedaliere avviene nel 1979 e da quel momento inizia un processo di abbandono di locali e spazi esterni. Ma l’abbandono, se per i manufatti è sinonimo di degrado, per i processi di crescita e rigenerazione naturale è un fattore di potente accelerazione.
L’area diviene di proprietà comunale e in seguito ceduta a soggetti privati interessati a ristrutturare gli edifici esistenti per convertirli in attività ricettive. Negli anni recenti è rilevata dal Gruppo Marriot che nel 2015, a seguito del progetto di recupero architettonico firmato dallo studio Matteo Thun e caratterizzato dalla strategia “box in the box”, ovvero inserimento di nuovi volumi all’interno dei paramenti esistenti, apre un nuovo albergo di lusso.

L’orto giardino (© CZ Studio Associati).

Il progetto   Nell’intervento premiato, la sistemazione degli spazi aperti e del verde è frutto di una visione complessiva che ha l’obiettivo di riattivare la fruibilità dell’intera isola.
L’assetto dell’isola prima dell’intervento progettuale è caratterizzato dall’ampia area orientale occupata da parchi e giardini formali su cui insiste un vincolo monumentale per il loro alto valore storico e paesaggistico; nella parte occidentale, invece, erano presenti depositi a cielo aperto, residui delle attività dismesse. Gli interventi sul parco formale consistono in una salvaguardia e una riqualificazione dei componenti materiali e vegetali esistenti, attraverso la sistemazione dei viali con uno strato di finitura e stabilizzazione con ghiaia di granulometria più fine e la piantumazione di nuove siepi formali che riordinano e rafforzano le geometrie esistenti.
Nelle restanti aree scoperte viene invece proposto un nuovo parco, la cui finalità è recuperare la memoria della passata identità dell’isola come comunità agricola, attraverso la riproposizione del tema dell’orto giardino, per la produzione “a km 0” destinata ai clienti dell’albergo.
La scelta di questa soluzione ha anche la scopo di garantire la rigenerazione naturale dei terreni, attraverso una rotazione annuale delle colture e l’alternanza con periodi di riposo, durante i quali si prevede la semina di particolari essenze (erba medica, colza e piante leguminose), in grado di rilasciare sostanze nutrienti. Anche i prati fioriti, che si affiancano agli spazi coltivati, contribuiscono ad arricchire e decontaminare i suoli.
I parchi antico e nuovo sono integrati tra loro e con gli edifici attraverso nuovi percorsi pavimentati in pietra. Quale perno tra i due e come cuore di tutti gli spazi esterni è creata una nuova piazza, in parte pavimentata e in parte rinverdita, ad uso pubblico, collocata tra l’edificio ex dopolavoro e l’edifico dell’ex chiesa. Questa piazza è anche il centro delle attività collettive (mostre, eventi, riunioni, ristorazione), in diretta connessione con il nuovo approdo all’isola, realizzato in prossimità di un canale interno esistente che viene riaperto e le cui sponde sono rinverdite. È inoltre nodo distributivo rispetto alle funzioni ricettive (albergo, spa, ristorante, piscina scoperta).
Completa il progetto l’estensione dell’impianto di illuminazione lungo i percorsi principali di distribuzione e manutenzione del parco e lungo quelli di accesso agli edifici.

Planimetria del progetto degli spazi aperti (© CZ Studio Associati).

Il processo   Oltre a proporre soluzioni estetiche e funzionali di alta qualità architettonica e paesaggistica, questo progetto è significativo e innovativo per gli approcci e i processi che mette in campo.
Ci si riferisce, in particolare, alla scelta di un “disegno aperto” per l’area dell’orto giardino, che vive di un continuo movimento dato dall’alternanza delle colture e dei prati fioriti e che, oltre agli aspetti di sostenibilità ottenuti con il miglioramento dei suoli in situ, consente anche una flessibilità nel programma di sviluppo dell’isola.
Ma importante è porre l’accento anche su un altro genere di processo, la destinazione pubblica di un’area di proprietà privata attraverso un’apposita convenzione con l’Amministrazione pubblica per garantire l’accesso e l’uso dell’isola a tutti.
Sacca Sessola è stata per anni – come molte isole, per loro stessa definizione – luogo della separazione, della solitudine, della segregazione, della distanza, dell’abbandono. Con questo progetto di rigenerazione le connotazioni negative si trasformano e l’isola può diventare modello e spazio di inclusione, accessibilità, cura e speranza.