Capire la città è difficile: dentro questa parola si intrecciano questioni molto diverse e specialistiche.
Capire la città per persone che nella vita si occupano d’altro è ancora più difficile, soprattutto se la via d’accesso per affrontare il tema è quella dei linguaggi tecnici attraverso i quali l’urbanistica si presenta normalmente, criptati e incomprensibili per la gran parte di chi non è avvezzo alla loro frequentazione.
Potrebbe sembrare un problema tra i tanti se non fosse che capire la città è il presupposto irrinunciabile del nostro diritto di cittadinanza, il primo passo per poter avere un’opinione fondata e per poter prendere parte attiva in questioni che toccano sensibilmente e direttamente le nostre vite da abitanti di un sistema sociale.

La parola “partecipazione” è da anni un pilastro delle leggi che regolano il governo del territorio: è ormai acquisito il fatto che il buon governo di un luogo non può prescindere dalla comprensione allargata di coloro che quel luogo lo abitano.
Ma se dal punto di vista teorico il principio è chiaro, dal punto di vista delle prassi operative la partecipazione dei cittadini ai processi di trasformazione territoriale è ancora un auspicio da riempire di contenuti.
Il primo dei quali è quello di definire un lemmario che tracci le pre-condizioni per poter affrontare il tema della città, aldilà delle terminologie tecniche della disciplina urbanistica.

Il senso di questo scritto è indicare una mappa d’orientamento fatta di parole chiave, un ABC per beginners, ignorando il quale non è possibile passare al livello successivo.
Si tratta di un decalogo, 10 blocchi di concetti che attraversano varie discipline e che, già di per sé, sono terreni di incontro tra specialismi diversi.
Ogni blocco si apre per rimandare a una prima lettura di pochi minuti, il tempo minimo che, da lettori, siamo mediamente disposti a impegnare per affrontare un testo dentro l’oceano della rete: sarà da subito chiaro che ogni breve descrizione aprirà il bisogno di altre letture e approfondimenti.
Il viaggio nella conoscenza della città è lungo e, ancora di più, quello nel nostro modo di abitarla insieme agli altri.

1. COMPLESSITÀ – DIFFERENZE – OPPORTUNITÀ – CONFLITTO
Per capire la città è necessario disporsi alla comprensione delle differenze che la abitano, alla ricerca di un terreno di mediazione che renda possibile la convivenza positiva, aumentando le opportunità e riducendo i conflitti.

2. ECOSISTEMA VIVENTE – CONSERVAZIONE E TRASFORMAZIONE
Le città si muovono e si trasformano continuamente: impedirne la trasformazione significa negare la loro possibilità di sopravvivenza. Trasformare è l’unica possibilità di conservare davvero.

3. ECOSISTEMA APERTO: FLUSSI – INSTABILITÀ – IBRIDAZIONE
Le città sono sistemi aperti e permeabili attraversati da reti di flussi che generano scambi e ricchezza e contemporaneamente ibridazioni e instabilità.

4. LA RICERCA DELL’EQUILIBRIO – POLITICA E PIANIFICAZIONE
Dalla polis greca in poi, città è sinonimo di luogo del GOVERNO, della messa a punto di sistemi di regole finalizzate a controllare lo squilibrio e di ricondurlo a forme accettabili ed equilibrate di convivenza.

5. VASI COMUNICANTI – LE SCALE TERRITORIALI
Nessun punto della città è in sé autonomo e autosufficiente, ma dipende da un insieme di relazioni e di interdipendenze. La città è un sistema di vasi comunicanti.

6. CONSERVAZIONE E IMPLEMENTAZIONE DEL VALORE
In questa fase storica il primo problema delle città è quello della conservazione del valore in una dimensione ecologica: il valore economico non può essere considerato come fattore autonomo rispetto al valore ambientale e sociale.

7. REGOLE E DISTANZE
Le scelte che portano alla trasformazione dei luoghi incidono in maniera rilevante sui destini e le vite di chi li abita. Nonostante ciò, si è creata una distanza abissale tra coloro che pensano e gestiscono i progetti e i piani e coloro che poi li dovranno abitare.

8. INTERESSE PUBBLICO / INTERESSE PRIVATO: UN EQUILIBRIO INDISPENSABILE
Lo sbilanciamento tra l’interesse di pochi e l’interesse di tutti genera risultati fallimentari non solo dal punto di vista ambientale e sociale, ma anche dal punto di vista economico.

9. IL TEMPO E LO SPAZIO: LOCALE E GLOBALE
Il destino dei singoli territori dipende in gran parte da fattori esterni ai territori stessi: è cambiata la velocità delle trasformazioni, è cambiato lo spazio a cui riferirsi. Il Transitorio è diventato lo stato permanente dei nostri paesaggi urbani.

10. RIEQUILIBRIO – ALLEANZA – COOPERAZIONE
Le parole chiave per conseguire l’obiettivo del riequilibrio ambientale e sociale degli ecosistemi urbani saranno: ALLEANZA e COOPERAZIONE. Tra beni comuni e interesse privato, tra cittadini e istituzioni, tra enti che governano, tra ricerca e finalità sociali, tra tecnologia e ecologia, tra saperi e competenze.

Tutte le immagini sono dettagli di fotografie realizzate dall’autrice presso la Biennale di architettura di Venezia del 2016, tranne l’ultima, in basso, dettaglio di un’opera grafica di Francesca Perani.